Oliverio sbaglia spesso i conti

Leggo oggi il commento sulla Gazzetta del Sud di Arcangelo Badolati, di solito lucido e brillante giornalista, che però, spesso e volentieri, quando parla di Oliverio perde il senso della realtà. Quale sarebbe l’ardito teorema: Oliverio fa bene a rompere con il passato e a non nominare assessori i “trombati” illustri delle regionali Feraudo (IDV) e Incarnato (SL, socialista) visti i disastrosi risultati elettorali ottenuti ! Però ha fatto bene a nominare nuovamemente, e in continuità con il passato, Bevacqua vicepresidente (come se fosse una questione privata di Oliverio) nonostante anche Bevacqua sia un illustre “trombato”. Ed un “trombato” certamente meno eccellente di Incarnato visti gli 8680 voti portati al centrosinistra da Incarnato, contro appena 6000 di Bevacqua. Dunque non è l’aritmetica che dà ragione ad Oliverio e al suo offuscato commentatore. Ancora una volta è solo una concezione di potere, la stessa che ha guidato i 5 anni di governo di Loiero, basata solo sul “o sei con me o sei contro di me”. Ma Oliverio dimentica, ed è questa la mia polemica fin dal giorno dopo le sue elezioni, che non si è eletto da solo, ma è stato eletto dal popolo anche e soprattutto attraverso i partiti. Prima di tutto attraverso il suo partito, il PD, entrato in crisi in provincia di Cosenza anche a causa dei suoi comportamenti personalistici, aggravati dall’attivismo di un’istituzione, quella provinciale, al servizio non della popolazione, ma delle “trastule” prima congressuali e poi delle preferenze regionali. Oggi Oliverio invece avrebbe avuto (ma forse ancora ce l’ha) la possibiltà , anche alla luce del fallimento del Loierismo, di ridare dignità alla politica che in Italia (per fortuna) come in tutte le democrazie, si fa attraverso i partiti, aprendo un tavolo di trattativa, non solo sulla composizione della giunta provinciale, ma su un progetto politico di governo alternativo al centrodestra, con tutti partiti della coalizione. In questo modo avrebbe potuto (e ancora potrebbe?) restituire piena rappresentanza, soprattutto a quelle anime del centro- sinistra, prima di tutto il Partito Sociaslista, la cui assenza, a livello parlamentare (e oggi anche regionale) rappresenta un vulnus per la democrazia italiana.

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