Non c’è pace per il partito democratico nostrano. Ce n’era poca prima del voto e ce n’è ancora meno dopo. Si respira aria da resa dei conti, con Nicola Adamo pronto a fare valere il peso dei quasi novemila voti che ne hanno fatto il primo eletto della lista Pd cosentina. Raffreddata la patata bollente comunale col varo della perugini ter nella quale è evidente l’impronta adamiana, nei prossimi giorni bisognerà aprire il dibattito per l’elezione del segretario provinciale che dovrà prendere il posto del coordinamento provvisorio nominato dopo le dimissioni via sms di franco bruno. Se ne comincerà a parlare subito dopo Pasqua, considerato che entro Maggio si dovrà chiudere. Sarà interessante capire come evolveranno le alleanze interne al partito dopo il tracollo regionale. A esempio bisognerà verificare la tenuta della componente Franceschini, che già in precedenza mostrava diverse lesioni, a esempio tra il gruppo Adamo e quello Laratta-Bevacqua. E si dovrà valutare la compattezza della componente bersani che riuniva, tra gli altri, Guccione, Oliverio, Loiero, Principe. E non è finita, perché nel mirino c’è pure il ruolo di Carlo Guccione quale segretario regionale. Lo contesta il membro della direzione nazionale, Enza Bruno Bossio, sottolineando che era stato eletto segretario col preciso impegno di non candidarsi. “Tant’è che pochi giorni prima della presentazione delle liste – aggiunge- si svolse una riunione ad hoc ma lui non disse nulla. C’era stato un mandato esplicito del congresso e di Bersani affinché non si candidasse. Non solo lui ma tutti i segretari eletti a quattro mesi dalle elezioni. Penso a esempio a Enzo Amendola in Campania. Un segretario regionale che viene eletto con il mandato preciso di non essere candidato, ha il dovere di presentarsi all’organismo che è stato eletto come lui, cioè l’assemblea regionale, e di fare modificare una simile volontà. Invece questo passaggio non c’è stato”. L’ex segretario organizzativo del Pd provinciale ipotizza un accordo elettorale tra Guccione e il presidente della Provincia: “ Si è fatto appoggiare da Mario Oliverio ma non in un’ottica di allargamento politico, bensì sottraendo voti agli altri rappresentanti territoriali”. E per essere precisa cita il caso di Aiello Calabro, dove nel 2005 furono contate 170 preferenze per Franco Pacenza, che invece ora sono state registrate in favore di Guccione. A parere di Enza Bruno Bossio, il segretario regionale ha “smantellato il partito, tanto in provincia quanto nel resto della regione. È colpa loro, non certo nostra perché noi il congresso lo abbiamo perso. Siamo il 30% del partito, la maggioranza è nelle loro mani”. Non lesina critiche nemmeno al resto della classe dirigente del Pd cosentino: “Ora si accorgono che Loiero è inadeguato, mentre prima del voto lo acclamavano re della Calabria durante una manifestazione elettorale nel teatro Rendano”. Infine boccia l’ipotesi che Sandro Principe possa essere il candidato del centrosinistra per Palazzo dei Bruzi. “Un sindaco lo abbiamo già, ed è il migliore. Quanti sarebbero riusciti a fare meglio di lui considerata la pesante eredità che gli hanno lasciato?”.
La mia intervista per Il Riformista sulle sfide del nuovo PD: battersi per una giustizia giusta
Il nuovo PD si batta anche per il diritto alla giustizia giusta.