Enza Bruno Bossio è stata definitivamente prosciolta dall’inchiesta di Lecce nella quale era stata indagata per avere, secondo l’accusa, redatto insieme ad altri ispettori del Ministero dell’Industria, una relazione falsa a favore di un’azienda pugliese beneficiaria della 488.
Una sentenza che rende giustizia alla manager calabrese e dimostra l’inconsistenza del quadro accusatorio che l’aveva coinvolta.
Nonostante ciò il blog Rete della Calabria continua a dare notizia del rinvio a giudizio, segno, l’ennesimo, della tendenza giustizialista di certa “pseudoinformazione” che privilegia il gusto per l’attacco mediatico sulla necessità di dare conto dei fatti, quelli veri, soprattutto se certificati dalle sentenze dei Tribunali.
Enza Bruno Bossio continua a collezionare assoluzioni: assolta nell’inchiesta “Why Not” perché “il fatto non sussiste”, dice la sentenza dell’anno scorso.
Eppure per mesi ed anni la Bruno Bossio è stata presentata come la responsabile di tutto il malaffare calabrese, processata nei talk show televisivi e sulle colonne dei giornali.
Chi la ripagherà di tutto questo ? Chi cancellerà le macchie di fango che le è stato buttato addosso a piene mani ?
Com’è possibile che siano stati spesi tanti soldi pubblici per condurre inchieste che, alla prova dei fatti, erano prive di ogni fondamento ?
Sono domande che attendono tutte, pesanti come pietre, una risposta.
Cosenza, li 16 gennaio 2011
Gabriele Petrone