(dal quotidiano “Il Riformista”)
Altri giudicheranno e valuteranno meglio di noi l’efficacia giudiziaria, la correttezza procedurale, il rapporto costi/benefici, l’incidenza reale – nei confronti della ‘ndrangheta e del malaffare calabrese – di inchieste volute e condotte dall’ex pm Luigi De Magistris presso la Procura della Repubblica di Catanzaro tra il 2005 e il 2009 (inchieste “Poseidone”, “Why not” e “Toghe lucane”). Altri giudicheranno con migliori strumenti dei nostri l’attività propagandistica e populistica dell’europarlamentare napoletano durante e all’indomani della sua elezione al Parlamento di Strasburgo, nel luglio del 2009, per l’Idv (415.646 preferenze). A noi preme soltanto dire, in questa sede, che forse l’autocandidatura dell’ex pm a sindaco di Napoli («Una scelta di cuore e di passione») andrebbe presa in seria considerazione. La nostra è una provocazione, ma fino a un certo punto. Diciamo che l’elezione di De Magistris potrebbe rivelarsi, montanellianamente, il modo migliore per immunizzare un pezzo di sinistra dall’insana passione per certi temerari ex pm. Il Pd napoletano, il cui commissario è il ligure Andrea Orlando, è in un momento di grande imbarazzo. Non solo per i colpi che sta subendo in consiglio comunale la sindachessa Iervolino, e non solo per il “pasticciaccio brutto” delle primarie, vinte da Cozzolino (uomo di Bassolino) a discapito del “migliorista” Umberto Ranieri, voluto fortemente da Roma, e risultato perdente; ma soprattutto perché la scelta del candidato a sindaco – una volta deciso l’annullamento delle primarie – sta rivelando grandi difficoltà all’interno del Pd e del centrosinistra, tanto che si è deciso di mettere in pista, dopo il rifiuto del magistrato Raffaele Cantone, la candidatura del prefetto di Napoli Mario Morcone, uomo di elevato spessore tecnico e istituzionale, ma di scarso appeal elettorale e politico. De Magistris, dunque, ha deciso di approfittare dell’impasse del Pd (tipica specialità di chi, per emergere, approfitta delle difficoltà altrui) per candidarsi alla guida di Palazzo San Giacomo a capo di una lista civica aperta a tutti («a tutti i compagni»: frase di De Magistris), ma ovviamente a guida Idv, che più volte si è lamentata di non riuscire a imporre ai propri alleati nemmeno un sindaco. Ebbene, secondo noi è arrivato il momento di accontentare l’Idv: il Pd nazionale e napoletano decida di appoggiare senza tentennamenti la candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di Napoli, perché solo portando nella trincea della dura realtà politica, amministrativa e istituzionale si potrà finalmente vedere di che pasta è fatto il populismo di chi per anni ha dato dall’alto dei pulpiti del corrotto, dell’incapace, del colluso, del mafioso e dell’asservito a chiunque avesse un minimo di potere o di risalto sociale. Proviamolo, questo novello Masaniello. Vediamo come saprà estirpare la camorra, togliere la spazzatura dalle strade, portare governabilità a Palazzo San Giacomo, risolvere il dramma della disoccupazione della corruzione e, soprattutto, quale “laboratorio politico del centrosinistra” saprà proporre all’intera nazione (possibilmente arrivando responsabilmente fino alle fine della consiliatura, senza preferire, dopo qualche mese, le dimissioni, e quindi il comodo Aventino dell’opposizione mediatica). Tutto, inoltre, sembra favorevole alla riuscita dell’operazione, visto che nella Procura di Napoli c’è anche il Pm Henry John Woodcok, suo grande amico. Siamo perciò sicuri che entrambi, finalmente, sapranno “bonificare” e “civilizzare” Napoli, magari colpendo i veri camorristi con la pistola in tasca anziché i vip che vivono a Roma o a Montecarlo, o i nomi altisonanti delle tante massonerie scovate qua e là. Proviamolo dunque, questo agit-prop della morale pubblica, questo fustigatore del potere costituito, vediamo cosa saprà fare concretamente per Napoli (purché gli s’impedisca preventivamente di dimettersi alle prime difficoltà: questo andrebbe addirittura stabilito davanti a un notaio, secondo noi). Non si abbia paura di appoggiarlo, anche perché non si vede all’orizzonte nessuna vera novità nel centrosinistra napoletano post-bassoliniano, e quindi è meglio approfittare di questo vuoto per curare la brutta malattia che è il populismo manettaro e giustizialista. Vogliamo De Magistris sindaco di Napoli; lo vogliamo per mettere alla prova una volta per tutte le chiacchiere retoriche e rabbiose di chi per anni ha fatto leva sulla povertà, sul risentimento, sulla frustrazione diffusa e sull’odio di classe. Onorevoli Bersani e Orlando, non abbiate paura: lavorate per far eleggere De Magistris sindaco di Napoli. Farete un passo indietro oggi ma ne farete dieci in avanti domani. Il vaccino prima o poi andava comunque iniettato. E prima si fa e meglio è, secondo noi.