Commenti su una notizia che sa di vergogna e impudicizia: la folla delle monetine ora si accanisce su una ragazza marocchina dalla vita difficile
di Giuliano Ferrara da “Il Foglio” (Organo della Convenzione per la Giustizia)
Invitando a cena Ruby con le sue amiche e coprendole di regali, invitando magistrati impiccioni a violare la sua privacy, fronteggiando adesso un processo intrinsecamente osceno per prostituzione minorile, Berlusconi, l’anomalo Berlusconi, il peccatore Berlusconi ha aperto provvidenzialmente la strada alla rivelazione di ciò che rischiamo di diventare dopo secoli di civiltà cristiana e di umanesimo laico. Un popolo di guardoni, come quello del Palasharp di Milano e del giornalismo tabloid in cui si riconosce una rumorosa minoranza combattente di forcaioli e di censori del comune senso del pudore. Un popolo di fanatici, capace di immolare un bambino sul palco del Palasharp facendogli recitare la litania dell’odio contro il nemico assoluto accanto a ex presidenti della Corte costituzionale, scrittori da salotto e giovani letterati del banale.
Un popolo di persecutori in giudizio e di nemici della Costituzione, che ascolta come un messia un magistrato in toga mentre arringa la folla contro una legge all’esame del Parlamento su una pubblica piazza (articolo 101: i giudici sono soggetti soltanto alla legge). E ora anche un popolo di rozza violenza talebana, un popolo perfettamente scristianizzato che, come è successo nella città di Maglie, comune amministrato dal centrodestra, luogo di nascita di Aldo Moro e del ministro Raffaele Fitto, scaglia volentieri la prima pietra su Ruby l’adultera, la giovane ragazza marocchina dalla vita difficile, che non conosce i piani alti dell’establishment e ha partecipato, bella e desiderabile com’è, a qualche festa privata in casa di un uomo ricco e potente, che è a capo del governo e che ha la mania dei regali. La pm dottoressa Boccassini ha scritto in atto pubblico che le ragazze come Ruby sono “prostitute”, e una folla di italiani di Maglie si è adeguata rimettendo in scena senza vergogna, contro una persona debole, indifesa e vilipesa, le monetine del Raphael.
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