di Emanuele macaluso da”Il Riformista”
Sul garantismo della destra, dalla Moratti al Cavaliere e dei suoi giornali in questi giorni si è scritto abbastanza. Certo, non mi stupisco: la destra italiana è stata sempre forcaiola. È solo quando il Cavaliere è chiamato in causa, il quale “garantisce” se stesso con le leggi ad personam che sono la negazione della prima regola garantista: la legge è uguale per tutti.A sinistra, su questo terreno, c’è molto da dire e noi non abbiamo mai risparmiato critiche, soprattutto nel momento in cui il Pd si è alleato con Di Pietro. Il nostro, è un pregiudizio ne confronti dell’ex PM e del suo socio Luigi De Magistris? Non credo.Quest’ultimo ha presentato una sua lista a Napoli e c’è un pezzo della sinistra che lo sostiene. Fra questi il Manifesto che ha una tradizione garantista. Nei giorni scorsi (13 maggio) il “quotidiano comunista” ha intervistato l’ex magistrato, il quale tra tante cose inutili ha detto: “Nelle mie liste non ci sono impresentabili in odore di camorra, mentre in quelle di Lettieri si va alla conta se scatta una retata”. Poi aggiunge “A sostenermi non troverete nemmeno i figli e i parenti della tangentopoli napoletana come invece succede a Morcone”.Avete capito? Se mio cugino, mio zio o prozio, mio cognato, o anche mio fratello, fosse stato coinvolto o sfiorato da tangentopoli, sarei bollato a vita.Non potrei partecipare a una campagna elettorale perché c’è un De Magistris che mi accuserebbe di essere parente “della tangentopoli”. Ed è lui, con Di Pietro, che rilascia i certificati di buona condotta. Una vergogna. Ma la situazione italiana è così degradata per cui nello scontro politico a Napoli da una parte c’è Cosentino e dall’altra De Magistris: respingere questa tenaglia dovrebbe essere compito dei cittadini onesti e democratici. Spero che così sia. Non solo a Napoli.