DE MAGISTRIS, SINDACO CANTASTORIE?

di Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 6 agosto 2011)

Avrà anche peccato nello stile il Pdl napoletano, come rimprovera qualcuno dall’interno: quel che appare certo, invece, è che i manifesti contro De Magistris affissi ieri lungo Corso Umberto, non sembrano tanto distanti dalla realtà. «Il sindaco cantastorie, solo parole, nessuna soluzione» recitava il testo, ed un po’ è così se si considerano due fatti fondamentali: in primo luogo, la brevità del tempo trascorso dall’insediamento è tale da rendere ardua una valutazione concreta del suo operato dinanzi alla schiacciante pressione dei problemi di una città come Napoli; e, immediatamente dopo, le caratteristiche strutturali del personaggio, notoriamente incline a sopravvalutare se stesso: la sua storia, del resto, è un lungo cammino di indagini giudiziarie annunciate come bombe nucleari e concluse come piccoli petardi.
Impossibile comprendere quel che accade -e accadrà- a Napoli se si separa il De Magistris magistrato da quello politico. Ecco perché i manifesti lungo il cosiddetto “Rettifilo” (la grande arteria che collega la stazione centrale al cuore della città) un po’ hanno colto nel segno. Ma, ieri, qualcuno non ha gradito la trovata politico-pubblicitaria, provvedendo autonomamente a rimuoverli: c’è uno spicchio di città, piccolo ma rumoroso, deciso a far quadrato attorno al sindaco. La gran parte, al contrario, viaggia sull’onda dell’indifferenza più di quanto non abbia mai fatto: non va dimenticato che se un napoletano su due ha preferito non votare un motivo ci sarà.
Nell’ambito del centrodestra si sono poi registrati alcuni malumori alla notizia dei manifesti: il sito www.napolipuntoeacapo.it, piattaforma di discussione per l’area politico-culturale del Pdl sin da tempi dell’impero bassoliniano, ha duramente criticato l’iniziativa, definendola addirittura «vergognosa». «Questi manifesti sono un’assoluta vergogna» -scrive il sito- «Per prima cosa per chi li ha affissi. Il Pdl dovrebbe vergognarsi, più che del sindaco di Napoli, di se stesso. Un partito rappresentato da persone che non hanno alcuna credibilità tra i napoletani se non tra le schiere di seguaci diremmo “cronici”. Un partito che è riuscito a non vincere in una città dove qualunque partito d’opposizione avrebbe trionfato dopo il decennio devastante che avviamo vissuto».
Quando si dice che la verità non sta mai da una parte sola.

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