La decisione della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo è arrivata durante la notte: niente immunità parlamentare per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, denunciato da Enza Bruno Bossio, imprenditrice calabrese, moglie del consigliere regionale Nicola Adamo, imputata e poi assolta nel processo Why Not. Per la prima volta, dunque, Giggino ‘a Manetta rischia di dover difendersi in tribunale dall’accusa di diffamazione. La Bossio, assolta in appello due mesi fa a Catanzaro dopo una identica decisione dei giudici di primo grado, ha citato in giudizio l’ex magistrato per un passaggio del suo libro “Assalto al pm”, che ritiene diffamatorio. E a Bruxelles il voto della commissione ha dato il via libera al processo: no all’immunità da parte di centrodestra e socialisti, mentre a favore dello “scudo” richiesto da Giggino hanno votato solo i Verdi e l’Alde, il gruppo di sinistra al quale De Magistris era iscritto fino a quando non ha lasciato la poltrona di europarlamentare dopo essere stato eletto sindaco di Napoli. La commissione ha accolto la proposta del relatore, il socialista tedesco Bernhard Rapkay, di non concedere l’immunità. E adesso? E adesso toccherà all’aula esprimersi definitivamente, ma l’aria che tira a Bruxelles non è favorevole per De Magistris: nessun commento ufficiale sulla decisione della commissione, ma stando a quanto trapela dai corridoi del Parlamento Europeo l’indirizzo politico dei principali partiti sulle immunità parlamentari è quello di una “stretta”: in pratica, si tenderà a concedere lo scudo giudiziario solo per quelle denunce relative ad azioni condotte nell’esercizio delle funzioni di deputato europeo. Dunque (anche se naturalmente tutto è possibile) è prevedibile che l’aula si allinei a quanto deciso in commissione qualche ora fa. Tra l’altro, sempre secondo indiscrezioni, De Magistris rischia di dover affrontare anche altri due processi per i quali la commissione si sarebbe espressa per il “no” all’immunità. Quando lo scorso 24 gennaio la corte di appello di Catanzaro confermò l’assoluzione in primo grado, Enza Bruno Bossio commentò così la decisione dei giudici: “Per ora mi godo con serenità questo momento. Ci sarà tempo e luogo per riflettere su questa terribile vicenda che ancor prima che sul piano personale ha determinato conseguenze devastanti per la vita di tanti lavoratori ed imprese calabresi”. Ma che la volontà della imprenditrice calabrese fosse quella di andare fino in fondo nella denuncia per diffamazione nei confronti di De Magistris era un fatto noto. Ecco una nota tratta dal sito ufficiale della Bossio: “Uno dei procedimenti sui quali De Magistris chiede l’immunità parlamentare – scrive – riguarda la mia richiesta di risarcimento danni per la diffamazione contenuta nel suo libercolo, Assalto al Pm. Questo signore – aggiunge la Bossio – non solo si è preso la briga, in questi anni, di rovinarmi la vita, costruendo la bufala giudiziaria del secolo (Why not, procedimento 2057 di Catanzaro, è partito come Bruno Bossio più altri), ma ha continuato a perseguitarmi attraverso il suo libro, inventandosi ulteriori fatti inesistenti. Motivo per cui ho avviato l’azione risarcitoria. Oggi lui chiede, non per la sua attività di magistrato o ancor più di parlamentare, ma per quella di approssimativo scrittore, lo scudo dell’immunità parlamentare al fine di impedire che sia serenamente valutato, nel luogo preposto dalla legge, il merito della sua diffamazione nei miei confronti”. E ora? E ora, se l’aula non modificherà la decisione della commissione giuridica del Parlamento Europeo, il processo si farà….
Carlo Tarallo per Dagospia