La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di primo grado con la quale Enza Bruno Bossio, brillante manager e membro della Direzione nazionale del PD, era stata assolta.
Si chiude così, definitivamente, una vicenda paradossale, l’ennesima connessa alla cosiddetta inchiesta “Why Not” avviata nel 2006 dall’allora PM di Catanzaro Luigi De Magistris.
Dell’enorme e fantasioso castello accusatorio che causò, tra l’altro, avvisi di garanzia all’allora premier Romano Prodi ed al Ministro Guardasigilli Clemente Mastella (e che fu anche una delle ragioni della fine di quel governo) è rimasto davvero ben poco.
Enza Bruno Bossio ha vissuto anni difficili, additata nella gogna mediatica come il centro di un fantomatico e criminale sistema di potere, condannata fuori dal processo e oggi assolta nel processo.
Un processo a cui non si è mai sottratta, urlando a gran voce la sua innocenza, sempre, comunque.
Oggi la magistratura giudicante le dà ragione, ma i riflettori su quella inchiesta e sul suo promotore sono ormai spenti.
De Magistris grazie al clamore mediatico delle sue inchieste farlocco è stato prima eletto deputato europeo e poi Sindaco di Napoli. Per coloro che sono stati colpiti dalle sue inchieste solo ludibrio e oblio.
Enza Bruno Bossio oggi si gode questa sentenza, ma i danni che ha subito, nella carriera, nella vita quotidiana, non glieli ripagherà nessuno. Purtroppo.