La parlamentare del Pd ha incontrato i familiari del giornalista a Cetraro. La gioia della madre: «Mio figlio mi ha chiesto scusa»
Da “Corriere della Calabria” online Sabato 13 aprile
CETRARO La deputata del Pd Enza Bruno Bossio ha incontrato oggi pomeriggio i familiari di Amedeo Ricucci, che vivono a Cetraro, sulla costa tirrenica cosentina. «Ho voluto esprimere – ha detto – alla mamma, alla sorella e ai familiari di Ricucci, il mio personale sentimento di sollievo e di soddisfazione per la liberazione dei giornalisti in Siria». Enza Bruno Bossio, che nei giorni scorsi ha seguito la vicenda in prima persona e in stretto contatto con la famiglia attraverso le relazioni istituzionali ufficiali, ha anche espresso il «ringraziamento e pieno apprezzamento all’Unità di crisi della Farnesina, che con responsabilità ed indubbie capacità diplomatiche ha saputo conseguire questo brillante risultato. La straordinaria esperienza che Amedeo ha svolto in Siria e in altri territori di guerra rappresenta la forza di un giornalismo d’inchiesta che consegna all’Italia il riconoscimento del ruolo di un importante e vero Paese democratico».
LA GIOIA DELLA MADRE «Mi ha chiesto scusa per la preoccupazione di tutti questi giorni. Questo è mio figlio Amedeo». Così Rachele Ferrara, 82 anni, la mamma di Amedeo Ricucci, nella sua casa di Cetraro. A unirsi alla sua gioia anche la zia di Amedeo, Berenice Ferrara, e la sorella del giornalista, Rossella, insieme al marito Luigi Mari, che è presidente del consiglio comunale di Cetraro. «Che volete che vi dica – ha proseguito la signora Ferrara – era stato appena liberato e al telefono ha chiesto scusa a me, che non so come esprimere la mia felicità e la mia contentezza». Assai felice anche la sorella Rossella: «Sono molto attaccata a mio fratello, che viene spessissimo a Cetraro e insieme andiamo al mare». Luigi Mari ci tiene invece a ringraziare la Farnesina e il ruolo che ha svolto l’unità di crisi: «Ce lo aspettavamo, perché sappiamo il ruolo che ha svolto il ministero degli Esteri in tutta questa vicenda».
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