La Sala consiliare del comune di Pedace è affollata di militanti, come da tradizione nella “rossa” Presila. Le novità, del resto, sono tante: un nuovo governo con una maggioranza “innaturale”, come l’hanno definita molti dei relatori, il PD in crisi con il segretario dimissionario.
A confronto con la base piddina, oltre al segretario del circolo Michele Santaniello e al coordinatore zonale Marco Oliverio, i parlamentari Enza Bruno Bossio e Ferdinando Aiello, il consigliere regionale Carlo Guccione e il Presidente della Provincia Mario Oliverio.
“Dobbiamo incalzare il governo su problemi e contenuti – ha affermato Carlo Guccione – . In particolare dobbiamo verificare l’esecutivo sui temi sociali e politici di maggiore sensibilità per una fuoriuscita del Paese dalla crisi. E in questo senso l’appuntamento con il Sud non può essere mancato”.
Nonostante la collocazione di SEL all’opposizione, l’on. Ferdinando Aiello ha tenuto a sottolineare che “sarebbe un errore mandare in archivio l’alleanza con il PD”. Anzi rifuggendo da un linguaggio politichese Aiello ha addirittura invocato una maggiore coesione dell’azione parlamentare di tutta la rappresentanza istituzionale che la Calabria ha eletto a Roma dei diversi partiti a favore del Mezzogiorno.
Aiello ha persino ammonito che “la difesa degli interessi del Sud è prioritaria rispetto alle coerenze delle collocazioni parlamentari e va fatta senza temere di scadere nel rivendicazionismo campanilistico”.
Non sono mancati numerosi interventi del pubblico che hanno posto domande sulle emergenze quotidiane come rifiuti, sanità e trasporto pubblico locale. Su questi temi unanime è stata la critica rivolta al Presidente della Regione on. Giuseppe Scopelliti.
All’on. Bruno Bossio e al Presidente della Provincia Mario Oliverio è stato chiesto con forza di non sottrarsi nei loro interventi a dare risposta alla crisi di direzione politica che affligge nazionalmente il PD dopo le dimissioni di Bersani.
In particolare Bruno Bossio ha ribadito la necessità di recuperare il carattere originario del PD. “L’identità – ha affermato Enza Bruno Bossio – è quella di un partito che respinge le tentazioni populiste e massimaliste e interpreti una moderna cultura riformista. Una coerenza riformista che richiede di essere declinata già in questa fase sia nell’iniziativa parlamentare che sociale. Un tema è, ad esempio, la capacità anche da parte del PD di non assumere i termini del rientro dal debito pubblico come linea guida di una politica economica nazionale: il rigore può essere una componente di un processo di crescita e di redistribuzione della ricchezza”.
Mario Oliverio ha colto l’occasione di rilanciare la sua proposta di mobilitazione per la cancellazione del porcellum. “Quella della legge elettorale è la madre di tutte le riforme – ha detto Oliverio – . La rappresentanza istituzionale parlamentare dovrà necessariamente essere espressione di un mandato dei territori e non di una subordinazione al principio di nomina da parte dei vertici romani. Solo così i territori possono avere un peso ed essere protagonisti nel determinare il destini delle loro comunità e poterli rappresentare con dignità nelle politiche strategiche nazionali. Lo stesso PD – ha affermato Oliverio – non sarà un partito nazionale, popolare e di massa se non interpreta questo bisogno”.
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