Il Ministero della Salute dovrà con tempestività disporre una ispezione all’Ospedale Civile di Cosenza.
L’Annunziata non garantisce, di fatto, i servizi standard propri di un presidio ospedaliero Hub.
All’ospedale di Cosenza si è creata una condizione che impedisce anche a valide ed alte professionalità mediche di poter svolgere con serenità la propria funzione.
Una gestione politica sbagliata ha determinato, con un’accentuazione negli ultimi tempi, una criticità strutturale che non garantisce per alcuni reparti i requisiti minimi della sicurezza.
La tragica vicenda del sangue infetto, non ho dubbi, è la manifestazione più evidente di un processo di depauperamento e di dequalificazione del servizio ospedaliero.
La ispezione ministeriale, oltre ad accertare le responsabilità e le cause di questa vicenda, avrà modo di registrare l’esistenza di una doppia verità sulla condizione in cui versa questo ospedale.
La verità che Scopelliti racconta attraverso il piano di rientro confligge con la reale situazione che vive l’Annunziata.
Una realtà che, da una parte i pazienti pagano con alti livelli di insicurezza e in taluni casi anche con la morte, e dall’altra espone ingiustamente la responsabilità soggettiva degli stessi operatori sanitari ad un alto rischio nell’esercizio della loro funzione.
Il caso dell’ospedale di Cosenza è divenuto emblematico di una gestione che taglia i livelli di assistenza e non elimina ma anzi promuove ulteriori sprechi.
La ispezione ministeriale potrà rilevare, a mio avviso, anche dal punto di vista amministrativo-gestionale, quanto una miriade di scelte clientelari stiano limitando una efficace ed efficiente organizzazione dei servizi ospedalieri, con la conseguenza di non ottimizzare i costi e di penalizzare, invece, il diritto alla salute del cittadino.
RASSEGNA STAMPA
Ispezione ministeriale a Ospedale Il Quotidiano 30 giugno
Ispezione ministeriale a Ospedale Calabria Ora 30 luglio
Alla presentazione del libro “L’inganno. Antimafia, Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano
A Napoli nell’atmosfera del Teatro San Carlo, Alessandro Barbano parla del suo