Ieri, insieme ai colleghi Ivan Scalfarotto, Lello Di Gioia ed Ernesto Magorno siamo intervenuti in aula sulla riforma delle circoscrizioni giudiziarie e sulla necessità di pervenire ad un decreto correttivo che scongiuri la chiusura di sei tribunali, tra cui quello di Rossano Calabro.
Si tratta di applicare la volontà unanime dei due rami del parlamento che hanno approvato, agli inizi di agosto, due ordini del giorno che impegnavano il Governo proprio in questo senso.
Finora il Governo non ha fatto nulla, anzi il Ministero della Giustizia è andato avanti con l’applicazione della riforma, limitandosi ad una proroga di due anni solo per lo smaltimento delle cause pregresse.
Per quanto ci riguarda non intendiamo abbassare la guardia e la nostra battaglia continuerà fino a quando il decreto correttivo non sarà finalmente emanato.
Qui di seguito il testo del mio intervento.
Signor Presidente,
anche io vorrei proseguire la discussione che c’è stata questa sera sulla questione tribunali, e vorrei aggiungere alcune cose. Il Governo si è impegnato l’8 agosto, con un ordine del giorno approvato dalla Camera all’unanimità, ad emanare un decreto correttivo del decreto legislativo n. 156. Prima domanda: a cosa servono gli ordini del giorno che impegnano il Governo, se poi non ci si impegna fino in fondo ?
Sono stati chiusi trentuno tribunali. Io non ero della precedente legislatura, ma se il criterio che si è usato per chiudere Rossano in Calabria è stato usato anche nelle altre regioni, ho seri dubbi su quella riforma. Si voleva tagliare veramente ? Allora criteri chiari e coerenti. Ma senza criteri chiari ci sarà sempre qualcuno che per altri stabilirà l’equità di queste chiusure. Magari un non tanto oscuro burocrate ministeriale, condizionato, lui sì, da potenti più furbi degli altri. Nonostante questo, sono stati comunque individuati criteri oggettivi per altri sei tribunali tra i 31, coerenti con i criteri della riforma. Quindi, un fatto tecnico, non politico. Nessun campanilismo. Infatti questi sei, più qualcun altro, sono nel provvedimento annunciato dal Ministro. Ma questo provvedimento non può fermarsi a metà del guado. Se questi tribunali sono – e lo sono per ammissione stessa del Ministero – all’interno dei criteri, devono avere lo stesso trattamento di quelli già mantenuti nella riforma Severino. Per questo auspichiamo, e ho concluso, che il Ministro vada fino in fondo ed emani, come è giusto, un decreto correttivo, nello spirito della riforma che lei stessa vuole difendere.
RASSEGNA STAMPA
Ansa 10 settembre 2013
Agenparl 10 settembre 2013
Il Quotidiano della Calabria 11 settembre 2013
L’Ora della Calabria 11 settembre 2013