Un primo passo in avanti il “sostegno all’inclusione attiva” (SIA), illustrato ieri dalla Commissione Guerra nominata dal ministro alle politiche sociali Giovannini. A mio avviso, una misura nazionale di tipo universalistico che apre la strada a un riforma del Welfare.
Finora, l’Italia è stata l’unico paese in Europa a non offrire un sostegno universale al reddito. Questa proposta è il tentativo di dotare il Paese di un istituto di contrasto alla povertà. Rivolta a tutti coloro che si trovano in condizioni di povertà e che risiedono da almeno due anni in Italia. Ciò che trovo positivo è il tentativo di valorizzare le responsabilità di tutti: dei beneficiari, degli operatori sociali e dei diversi attori del territorio. Un patto di diritti-doveri tra cittadini e istituzioni locali per promuovere l’inclusione sociale delle famiglie meno abbienti. Avviare una riforma complessiva del sistema di protezione sociale, questo è l’obiettivo. Raggiungere finalmente maggiore equità ed efficienza, senza dimenticare il sostegno all’occupabilità.
Anche se resto della posizione che una misura di sostegno al reddito debba avere un carattere di diritto di cittadinanza individuale, le soluzioni individuate dal ministero mi sembrano un buon punto di partenza. Si tratta certamente di un “progetto aperto”, così come ha sottolineato il ministro Giovannini ma su cui potremo lavorare tutti e insieme in Parlamento.
Un lungo cammino ci attende ma certo non è più rinviabile una misura universale ed equa di sostegno al reddito.
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