E’ stata presentata questa mattina, nella sala stampa della Camera dei Deputati, la proposta di legge ““Modifiche alla legge per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo per garantire l’equilibrata rappresentanza di donne e di uomini” che mi vede come prima firmataria insieme a Marisa Nicchi di Sel e Pia Elda Locatelli del PSI e che è stata sottoscritta da 72 i parlamentari di diversa estrazione politica.
Recentemente, nel Parlamento italiano abbiamo raggiunto risultati straordinari (balzando dal 34° posto al 29° per presenza di donne) ma nel Parlamento Ue siamo ancora indietro. L’Italia è 24° su 27 paesi per le elezioni al parlamento europeo. Qui, si attesta ancora quart’ultima con una scarsa presenza di donne. Su 59 paesi che hanno tenuto le elezioni nel 2011, 17 hanno introdotto leggi che impongono quote di genere. Dunque, si sta progressivamente estendendo la tendenza a favorire il riequilibrio di genere nella rappresentanza con interventi legislativi. In Europa questa tendenza è pressoché generalizzata, tranne pochi Paesi. Abbiamo sentito, dunque, l’esigenza di stilare una proposta che contribuisca alla battaglia in difesa delle rappresentanze di generi diversi. Per questo, il nostro contributo si inserisce nel solco dell’art. 51 della Costituzione. Non c’è dubbio che si tratta di correzioni a tempo. Ovvero, regole provvisorie che se applicate eviteranno eventuali disparità di genere. Non si tratta di quote rosa, quindi, ma di quote di genere che se innescate avvieranno un circolo virtuoso nel processo democratico.
Le donne italiane elette al parlamento europeo sono 18 su 73 deputati, pari al 25%, una percentuale molto più bassa rispetto al 34,6% di elette complessivamente in tutti i 28 Paesi. L’Italia si colloca al 22esimo posto della classifica, peggio soltanto di Polonia, Repubblica Ceca e Malta, mentre Svezia e Finlandia hanno eletto più donne che uomini. E’ proprio per invertire questa tendenza che nasce, a distanza di soli otto mesi dalle prossime elezioni europee, la proposta di legge che mira a modificare la legge per l’elezione dei membri italiani al Parlamento europeo per garantire l’equilibrata rappresentanza di donne e uomini.
“Il nostro obiettivo è quello di sciogliere due paradossi – ha spiegato la deputata Sel, Marisa Nicchi – Colmare il gap tra la società civile e ciò che avviene nelle istuituzioni e nelle gerarchie di potere. Qui, le donne, infatti, faticano ancora ad ottenere ruoli e una presenza rilevante – e continua – Altro paradosso è l’incoerenza che registriamo tra l’opinione favorevole che gli italiani dimostrano di avere sulla partecipazione delle donne nelle istituzioni (confermata da diverse indagini e studi) e il risultato delle urne che rivela il contrario – e conclude – La proposta di legge che oggi presentiamo vuole essere un contributo a questo dibattito democratico”.
La proposta interviene essenzialmente su due aspetti: l’obbligo di presentare liste in cui ciascuno dei due generi non sia rappresentato per oltre i due terzi e sul numero di preferenze che l’elettore può esprimere (massimo 2). Inoltre, se l’elettore intende esprimere due preferenze una delle due deve necessariamente appartenere ad un candidato della stessa lista di genere diverso.
“Questa proposta di legge è stata presentata da tre donne, appartenenti a tre partiti diversi ma che condividono lo stesso obiettivo – spiega la deputata Pia Elda Locatelli del Partito Socialista (Gruppo Misto) – questo dimostra che si lavora insieme su questioni imporati come la battaglia di genere si può essere più efficaci. Su 28 paesi dell’Ue ben 22 hanno un sistema elettorale proporzionale e di questi, 7 hanno un sistema che prevede le cosiddette quote legali. Anche l’Italia ha bisogno delle quote legali, dunque, della cosiddetta doppia preferenza per garantire almeno un terzo delle donne nelle liste per il Parlamento Ue – e conclude – Dobbiamo essere capaci di offrire questa proposta come un vantaggio per gli elettori e le elettrici, un’opportunità in più per scegliere meglio i loro rappresentanti”.
“La proposta – hanno spiegato le tre parlamentari – pur intervenendo per modificare il sistema di elezione del Parlamento europeo, intende essere anche un elemento di stimolo nel dibattito sulla riforma della legge elettorale cosiddetta porcellum. Qualunque sia la scelta che si vorrà compiere per riformare il sistema di elezione dell’attuale Parlamento, il tema della rappresentanza di genere dovrà comunque essere affrontato”.
VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
AdnKronos 9 ottobre 2013
Ansa 9 ottobre 2013
Agenzia 9 colonne 9 ottobre 2013