Golden power e OPA: due giorni di discussioni alle Commissioni di Camera e Senato sul futuro di Telecom Italia
Domani sarà discussa alla Camera la risoluzione dell’On Enza Bruno Bossio a tutela della rete, giovedi in Senato approderà la mozione unitaria proposta da Massimo Mucchetti (PD) e Altero Matteoli (PDL) per chiedere la modifica della legge sulle OPA.
Telecoms – Sarà discussa mercoledì 16 ottobre alla IX Commissione della Camera la risoluzione presentata lo scorso 8 ottobre dall’On Enza Bruno Bossio (leggi articolo Key4biz) in cui si chiede al Governo di adottare quanto rima possibile “i regolamenti previsti dall’articolo 2 del decreto legge 21 del 2012 con i quali sono individuati le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l’operatività dei servizi pubblici essenziali i beni e i frapporti di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore delle comunicazioni e sono emanate le disposizioni attuative in materia di esercizio dei poteri speciali nel medesimo settore delle comunicazioni”.
Nella risoluzione si chiede altresì di “garantire un’efficace vigilanza, in base ai poteri previsti dalla golden power, sui beni e i rapporti di rilevanza strategica per l’interesse e la sicurezza nazionale nel settore delle comunicazioni”, nonché di “promuovere l’ingresso della Cassa Depositi e Prestiti nella nuova società della rete al fine di assicurare un più rapido sviluppo delle reti di nuova generazione in fibra coerente con gli obiettivi posti dalla Digital Agenda europea”.
Giovedì 17 ottobre approderà quindi in Senato la mozione unitaria proposta da Massimo Mucchetti (PD) e Altero Matteoli (PDL) per chiedere al Governo di introdurre, con la massima urgenza, anche attraverso, l’adozione di un apposito decreto-legge, le necessarie modifiche al Testo unico della finanza del 1998, in modo da “rafforzare i poteri di controllo della Consob nell’accertamento dell’esistenza di situazioni di controllo di fatto da parte di soci singoli o in concerto tra loro” e da “aggiungere alla soglia fissa del 30%, già prevista per l’Opa obbligatoria, una seconda soglia legata all’accertata situazione di controllo di fatto”.
La mozione chiede altresì di “completare, entro il termine massimo di trenta giorni, l’adozione dei regolamenti di attuazione di cui alla legge n. 56 del 2012, in particolare per quanto riguarda l’esercizio da parte dello Stato della golden rule nel caso di imprese di interesse strategico, specialmente quando sono in gioco infrastrutture da cui dipende la sicurezza del Paese”.
Vista la delicatezza delle questioni trattate, il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl), ha auspicato la presenza in Aula del presidente del Consiglio, Enrico Letta.
In attesa delle prossime mosse politiche per tutelare la rete e l’assetto di Telecom Italia, a Piazza Affari il titolo della società appare poco mosso: ieri, il presidente della controllata brasiliana Tim Participacoes, Rodrigo Abreu, ha smentito le voci secondo cui il gruppo italiano si starebbe preparando alla cessione della sua quota di controllo nella società per ripianare il debito e ottenere la liquidità necessaria a realizzare i necessari investimenti nel mercato domestico.
“Il nostro azionista di controllo ha espresso in maniera assolutamente chiara che non è stato avviato nessun processo di vendita di Tim Brasil, ne’ formale ne’ informale”, ha affermato Abreu, specificando però che nulla è da escludere nel caso di un’offerta che risultasse particolarmente allettante sul piano economico.
Il fondo Usa BlackRock, che ha recentemente portato la propria quota al 5%, continuano a mostrarsi fiduciosi sulle potenzialità della società: ”Quando vediamo segnali valutativi importanti siamo fiduciosi e interveniamo. Da una parte in Italia ci sono valutazioni interessanti, dall’altra bisogna considerare che la crescita economica è bassa”, ha affermato Andrea Viganò, country head di Blackrock Italia.
Mentre la stampa straniera continua a lanciare bordate sul ‘brutto spettacolo’ del ritorno al protezionismo dell’Italia – inequivocabile l’editoriale di ieri del Financial Times da tiolo ‘Letta’s faux pas’ – anche Francesco Caio, Commissario del governo per l’attuazione dell’Agenda digitale, ha sottolineato che ha poca importanza la nazionalità dell’azionista di maggioranza di Telecom Italia: “…L’importante – ha detto – è che, indipendentemente dalla compagine azionaria, ci sia un meccanismo di investimenti sulla rete”.
La priorità, infatti, sono “i servizi e le architetture dei servizi” e solo una rete che funziona può far sì che questi raggiungano i consumatori.
Quanto allo scorporo, Caio ha sottolineato che già oggi il presidio sulla rete da parte di Agcom e Mise è molto chiaro ed è “giusto dare a loro il compito di dialogare non solo con Telecom ma con tutti gli operatori”. Detto ciò, ha aggiunto, è altrettanto chiaro che qualsiasi decisione in tal senso spetta all’azienda.
Chi si tira fuori dalla diatriba ‘dentro o fuori’, infine, è Vito Gamberale, amministratore delegato del fondo F2i, che ha ribadito che il dossier Telecom Italia “…non è nella mia cucina”.
Alessandra Talarico
15 Ottobre 2013 – notizia 220519
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