Intervento in occasione della Giornata Mondiale conro la Povertà a Brescia
Ieri ho partecipato a Brescia ad una iniziativa pubblica in occasione della Giornata Mondiale contro la Povertà organizzata dal Forum Terzo Settore e dal Centro Servizi Volontariato della città lombarda, in una tavola rotonda con Luciano Gualzetti della Caritas Lombardia, Roberto Rossini presidente ACLI di Brescia e il deputato di Scelta Civica Mario Sberna sul tema dell’inclusione sociale.
In questa occasione ho voluto ribadire come il reddito minimo è uno strumento essenziale della lotta alla povertà. La povertà, infatti, è diventata una vera e propria emergenza in Europa e soprattutto in Italia. Se prima, infatti, riguardava una fascia marginale della società oggi investe la piccola e persino la media borghesia, ha sconvolto il mondo del lavoro come dimostra l’allargamento della fascia dei lavoratori precari ed occasionali senza prospettive certe per il futuro
Solo per fare qualche cifra le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila), quelle in povertà assoluta l’8% (4 milioni 814 mila). La situazione è peggiorata in tutto il paese: l’incidenza di povertà è infatti passata dal 4,9% al 6,2% nel Nord, dal 6,4% al 7,1% nel Centro e dal 23,3% al 26,2% nelMezzogiorno.
Di fronte a questa situazione il tradizionale sistema degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese non solo è insufficiente, ma è anche costoso e inefficace. Il welfare italiano, infatti, è figlio del vecchio modello fordista e tutela sostanzialmente un’area in cui intervengono le integrazioni salariali sia ordinarie che straordinarie, i contratti di solidarietà e la mobilità e che riguardano i lavoratori dipendenti. Restano invece esclusi i lavoratori precari o delle aziende sotto i 15 dipendenti (vale a dire quelli della stragrande maggioranza delle imprese italiane) e soprattutto l’enorme esercito di coloro che il mercato del lavoro non l’hanno mai incontrato o lo incontrano in forme irregolari o i cosiddetti inattivi, coloro che non solo non hanno lavoro ma hanno cessato persino di cercarlo.
In questo contesto è diventato urgente intervenire con la costruzione di un nuovo strumento di welfare per contrastare l’aggressione della povertà, stringendo un nuovo patto di cittadinanza.
Il ministro Giovannini nell’immediato punta sulla proposta del cosiddetto SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva) a carattere universale e nazionale rivolto essenzialmente alle famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà ma con attenzione anche ai singoli individui.
Pur se il Sia rappresenta un importante passo in avanti continuo a ritenere che il diritto al reddito debba essere considerato come un diritto universale individuale che una democrazia avanzata deve garantire, come del resto già avviene in tutti i paesi europei, tranne in Italia e in Grecia.
Ma nemmeno questo embrione di nuovo welfare è presente nella legge di stabilità e bisognerà fare una battaglia politica in parlamento affinché il tema dell’inclusione sociale diventi di moda!
RASSEGNA STAMPA
L’Ora della Calabria 21 ottobre 2013
Agenparl 21 ottobre 2013
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