Un altro passo avanti è stato fatto: ieri la Camera dei Deputati ha approvato la mozione presentata da Sinistra Ecologia e Libertà che impegna il Governo ad istituire il reddito minimo garantito anche in Italia. Ora bisogna andare oltre, dopo il voto di ieri, che affida al Governo il compito di mettere in pratica l’attuazione di una misura che da tempo è in vigore nella quasi totalità dei paesi europei, anche il Parlamento non potrà più attardarsi ad approvare uno specifico provvedimento sulla base dei tre disegni di legge già presentati da noi parlamentari del PD e altri due a firma di colleghi di SEL e M5S.
L’istituto del reddito minimo non va concepito come una misura assistenziale in contrapposizione al lavoro. Anzi deve essere concepito come uno strumento di liberazione dal ricatto imposto dal bisogno del lavoro. E’ giusto che il Parlamento riconosca e renda giustiziabile il reddito minimo come primario diritto per l’esistenza.
Anche ai fini della sua sostenibilità finanziaria la misura del reddito minimo deve essere utilizzata come leva per una riforma del welfare e degli ammortizzatori sociali tuttora vigenti.
Una opportunità per affrontare il tema può essere data anche dal dibattito che si è aperto intorno alla proposta del job act. Dal salario minimo che, giustamente, si intende riconoscere a chi perde il lavoro, bisogna passare a garantire il reddito minimo anche a chi il lavoro non l’ha mai incontrato. Ciò va fatto anche attraverso una fase sperimentale su una platea limitata di aventi diritto per, gradualmente, pervenire al suo riconoscimento universale.
RASSEGNA STAMPA
Dire 16 gennaio 2014
9colonne 16 gennaio 2014
Ansa 16 gennaio 2014
Tmnews 16 gennaio 2014
L’Ora della Calabria 17 gennaio 2014
