Pubblicato su l’Unità online
La vera “profonda sintonia” il PD deve cercarla con i cittadini, assicurando loro il diritto a scegliere il Governo e il Parlamento.
Quella tra Renzi e Berlusconi è solo una intesa finalizzata a disegnare un “porcellum pessimum”.
E’ stata partorita una proposta che lascia inevasa una forte e diffusa domanda che i cittadini in questi anni hanno posto a gran voce affinché fossero loro con il voto i soggetti attivi e protagonisti dello svolgimento della democrazia.
Una proposta da prendere o lasciare: il “patto del Nazareno” è così rigido che, se dovesse essere sottoposto a modifiche, potrebbe saltare.
Persino al suo partito Renzi ha chiesto un semplice atto di ratifica e disciplina parlamentare.
Quanto sta accadendo nulla ha a che fare con il principio della condivisione delle regole tra tutte le forze parlamentari.
E’ chiaro che l’unico a detenere la clausola della dissolvenza è Berlusconi.
A Berlusconi è stato dato l’assist per riaffermare la propria centralità nella dinamica del sistema politico.
Se l’ipotesi delineata divenisse legge non sarebbe garantito, intanto, che a chiusura delle urne sia chiara e netta la scelta del Governo e la indicazione del Premier.
Se al primo turno dovesse essere assegnato il premio di maggioranza previsto, si potrebbe determinare una alterazione dell’esito elettorale e della reale rappresentanza politica. Alla luce della recente sentenza della Consulta, tale norma sarebbe sottoposta al rischio di incostituzionalità con tutti gli effetti che ne conseguono sotto l’aspetto politico ed istituzionale.
La stessa previsione di un ulteriore turno, in caso di mancato raggiungimento della soglia elettorale per l’accesso al premio, non risolve il problema.
E’ solo con il doppio turno, senza premio a quello precedente, che si garantisce il principio costituzionale e si assegna al voto dei cittadini l’esclusivo potere di decidere il Governo del Paese, nel pieno rispetto del principio della democrazia dell’alternanza.
Insieme alla mancanza di certezza del perseguimento del principio della “governabilità” è evidente anche il limite della “rappresentatività” e di un Parlamento depotenziato della sua sovranità nell’esercizio della propria potestà legislativa.
Tale sovranità può essere garantita da un pieno mandato parlamentare espressione coerente di una reale rappresentanza territoriale e sociale.
Si propone, invece, che i parlamentari vengano nominati dalle oligarchie dei partiti e non scelti ed eletti dai cittadini.
Con le liste bloccate, corte o lunghe che siano, i parlamentari sono fidelizzati e subordinati nell’esercizio della loro attività alla volontà della leadership o dei capicorrente che li hanno nominati e non rappresentanti degli interessi della comunità che li ha formalmente eletti. Definire poi le liste bloccate una sorta di collegio plurinominale sarebbe solo un artificio dialettico.
Il collegio uninominale che abbiamo conosciuto con il mattarellum è l’espressione di un rapporto diretto e biunivoco tra eletto ed elettore. La lista bloccata corta è, al contrario, una proliferazione di tanti porcellum i cui candidati possono essere eletti persino a prescindere dalla specifica espressione elettorale territoriale.
Gli interessi territoriali sarebbero così privati della loro rappresentanza in un Parlamento che sarebbe disegnato esclusivamente con un tratto di penna dei vertici dei partiti.
L’unico metodo, malgrado tutto, affinché il cittadino possa designare il proprio rappresentante, è quello della preferenza.
La criminalizzazione della preferenza è funzionale alle autoreferenzialità e al potere verticistico dei partiti ridotti così a simulacri o chiamati solo a svolgere la funzione di comitati elettorali personalizzati.
Del resto, giova ricordare che la preferenza unica è stata introdotta sulla base di un pronunciamento referendario proprio al fine di correggere un uso distorto e degenerato che nel passato si era fatto di questo istituto.
Oltretutto, unicamente con il metodo della preferenza e senza ricorrere a meccanismi surrettizi e succedanei da lasciare alla discrezione dei vertici dei partiti, anche la espressione della parità di genere può essere affidata alla sovranità della volontà popolare.
Doppio turno e superamento delle liste bloccate sono, quindi, i punti cardine di un impianto di legge elettorale che non depotenzia ma, anzi, valorizza i capisaldi della democrazia parlamentare. Non sono un banale e indifferente corollario, ma fattori costitutivi di una riforma innovativa della legge elettorale concepita in senso autenticamente democratico.
Link http://mediterraneo.com.unita.it/politica/2014/01/21/-profonda-sintonia-si-ma-con-i-cittadini/
Alla presentazione del libro “L’inganno. Antimafia, Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano
A Napoli nell’atmosfera del Teatro San Carlo, Alessandro Barbano parla del suo