Considero un grande privilegio essere stata chiamata a concludere la manifestazione di assegnazione del premio “Losardo” a Cetraro e non solo per la qualità delle persone che la giuria ha individuato come vincitori, alcuni dei quali mi onoro di conoscere personalmente.
Vivo, infatti, questo momento come l’occasione per richiamare gli anni in cui, appena ragazza, fui tra le promotrici della grande manifestazione convocata proprio a Cetraro alla presenza di Pio La Torre (che morirà appena due anni dopo sotto i colpi della mafia nella sua Sicilia) e dell’allora segretario del PCI Enrico Berlinguer proprio per dire no a quella criminalità organizzata che aveva barbaramente ucciso Giannino Losardo.
Ricordo la tensione e la grande partecipazione di quella folla, le parole, i visi.
Ricordo anche quello che venne dopo, la costituzione parte civile nel processo da parte della Federazione Provinciale del PCI, fatto assolutamente inedito a quel tempo e che poi è diventata prassi e giurisprudenza per tanti altri processi.
Fu quella grande manifestazione e tutto ciò che è venuto dopo, un atto di straordinario coraggio civile di una intera comunità e il punto d’inizio, in tutta la Calabria, di una generale presa di coscienza del pericolo costituito dalla presenza della criminalità organizzata.
Da allora in Calabria la lotta alla ‘ndrangheta ha conosciuto un notevole salto di qualità, conseguendo anche importanti successi da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.
Tuttavia siamo tutti consapevoli che essa sarà definitivamente sconfitta soltanto quando in questa nostra terra arriveranno più sviluppo, più lavoro e più diritti, primo fra tutti quello al reddito e ad una vita dignitosa.
Erano gli ideali per i quali è vissuto ed è morto Giannino Losardo.
Il premio a lui dedicato è anche un modo per rinnovare la promessa che gli facemmo quel giorno dal palco nella piazza della sua città: “il tuo sacrificio non sarà vano”.
RASSEGNA STAMPA
Ansa del 21 maggio 2014
Gazzetta del Sud del 22 maggio 2014