Pubblicato su: Ristretti Orizzonti – www.ristretti.org
www.laveracronaca.com, 17 agosto 2014
L’art. 27 comma 3 della Costituzione sancisce che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono garantire la rieducazione del detenuto”. Ma cosa succede nelle carceri italiane?
Il sovraffollamento provoca situazioni indescrivibili al punto che i detenuti sono costretti a vivere in celle di pochi metri dove non c’è la possibilità di muoversi agevolmente, dove per mangiare bisogna fare i turni e per andare in bagno non c’è nessuna privacy.
Spesso c’è una promiscuità tale che i detenuti sono anche costretti a condividere le celle con persone malate di Aids, tubercolosi o altre patologie gravi.
Sabato 9 agosto la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, si è recata nel carcere di Rossano (Cs) per una ispezione, dopo aver intrattenuto una conversazione epistolare con un detenuto di quel penitenziario. La deputata, dopo un primo blocco da parte dalla Polizia Penitenziaria è riuscita a rendersi conto con i suoi occhi quali erano le reali condizioni del carcere:” Ho trovato detenuti nudi in celle senza nemmeno letti, seduti a terra in mezzo ai loro escrementi, vomito e piatti sporchi”.
L’interrogazione sul carcere di Rossano
La deputata ha presentato un esposto alla Procura di Castrovillari e un’interrogazione parlamentare a risposta scritta. Una denuncia che non è sfuggita al segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria Giovanbattista Durante, che tuttavia non si sbilancia sulla situazione del carcere. Anzi ha reso pubblica una vicenda avvenuta pochi giorni prima della visita dell’onorevole. Un gruppo di detenuti italiani e stranieri, ha tentato di evadere dal carcere realizzando alcuni bastoni ricavati da oggetti reperiti nel penitenziario e legati tra loro da lenzuola. Proprio grazie alla tempestività della Polizia Penitenziaria l’impresa non è riuscita.
La risposta all’interrogazione della deputata Bossio non è tardata; lunedì 13 agosto il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha disposto un’ispezione tecnica presso il carcere di Rossano, e solo allora redigerà una relazione dettagliata. Il penitenziario di Rossano ha una capienza regolamentare di 215 posti e ospita 258 detenuti, compresi quelli in regime di alta sicurezza. Il 70% dei detenuti rinchiusi sconta una pena definitiva, 36 sono ergastolani e nell’istituto è presente una sezione di alta sicurezza dedicata ai terroristi islamici.
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei trattamenti inumani, afferma che il sovraffollamento è tale da poter essere inserito tra i comportamenti negativi che influiscono sulla rieducazione dei detenuti, che vivono in celle di soli tre metri quadrati.
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Giustizia: cosa è cambiato nelle carceri italiane dopo la Sentenza “Torreggiani”?
Sentenza Torreggiani e condanne Ue
Riflettori ancora puntati sull’Italia quindi, che all’indomani della “Sentenza Torregiani” non può più permettersi di fallire nel dimostrare di essere un paese civile rispettoso dei diritti e doveri dei cittadini, detenuti o liberi. Il nostro paese deve recuperare una credibilità persa per un insieme di cause: condizioni critiche delle carceri, personale penitenziario al collasso, processi troppo lunghi e soprattutto un codice penale risalente al 1930 che per molti penalisti e giuristi deve essere riscritto. A Strasburgo erano stati presentati già diversi ricorsi e nel 2009 l’Italia venne condannata per il caso Izet Sulejmanovic, detenuto in una cella con meno di tre metri quadri a disposizione, rispetto ai sette garantiti e obbligatori.
Il 13.01.2010 sulla base della Legge 225/1992, per la prima volta nella storia della repubblica Italiana il Governo ha dichiarato lo “Stato di emergenza nazionale” delle carceri italiane. Da allora però le cose non sono cambiate. L’8 gennaio 2013 la Cedu (Corte Europea Diritti Umani) ha condannato di nuovo l’Italia per l’emergenza carceri. La grave condizione dei penitenziari, la violazione dei diritti umani e il sovraffollamento testimoniato da un cospicuo numero di ricorsi a Strasburgo, ha portato i giudici a optare per una “sentenza pilota”. In attesa dell’adozione di tutte le misure necessarie per rimediare al sovraffollamento, la corte avrebbe congelato per un anno l’esame di tutti i ricorsi.
Il tempo però è passato e l’Italia non è riuscita a sistemare il problema penitenziari. Il 28 Maggio 2014 quindi, la Corte Europea, ha condannato l’Italia a risarcire ciascun detenuto che ha subito maltrattamenti e che ha presentato regolare denuncia previa accertamento medico, somme di denaro che vanno da 10 mila euro a 23 mila euro.
Capienza dei penitenziari
Il Ministero della Giustizia ha pubblicato online i dati relativi alla capienza dei vari penitenziari aggiornati al 30 giugno 2014 dai quali viene fuori che il numero totale di detenuti smistati nei 205 penitenziari è di 58.092 ma la capienza regolamentare è di 49.461.
Il Guardasigilli Andrea Orlando, ha lavorato alla riforma della giustizia subito dopo la “Sentenza Torreggiani”, che ha imposto al nostro paese la possibilità di scegliere quello che è il risarcimento ai detenuti.
Il “Decreto Legge svuota carceri” n° 10 del 21.06.2014 mira a ridurre il sovraffollamento, permettendo la riduzione delle pene inflitte e l’ampliamento delle misure alternative al carcere. Il provvedimento ha soprattutto la funzione di adempiere alla direttiva Europea che prevede il pagamento di somme ai detenuti che hanno subìto trattamenti inumani e contrari all’art. 27 della Costituzione. Il prossimo appuntamento per l’Italia sarà nel giugno del 2015, quando il comitato europeo alla luce dei provvedimenti adottati, analizzerà di nuovo la condizione dei penitenziari italiani.
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Articolo di Ristretti Orizzonti