Ho presentato una interrogazione per richiamare Poste Italiane Spa alla sua mission di servizio pubblico.
Nessuna ragione “produttivista” o “aziendalista” può essere posta alla base della chiusura di uffici in territori, anche se interni, montani o scarsamente popolati.
In particolare nell’interrogazione richiamavo il caso del comune di Rocca Imperiale dove nel giugno del 2013 è stato chiuso l’ufficio sito nel centro storico, circostanza che ha creato notevoli disagi soprattutto alla popolazione anziana che trova grandi difficoltà a recarsi all’ufficio della Marina sito a ben 4 km di distanza e per l’assenza di servizi di trasporto pubblico.
Del resto una recente sentenza del TAR del Lazio ha sancito come in materia di distribuzione della rete di uffici postali debbano essere prese in considerazione soprattutto le “esigenze degli utenti, in particolare delle zone rurali e di quelle scarsamente popolate; esigenze che non sarebbero rispettate col solo criterio di ragionevolezza basato sull’equilibrio economico come presupposto per la permanenza di uffici postali in territori particolarmente disagiati”.
Il TAR ha sottolineato, inoltre, come sia “quasi superfluo rilevare come nell’ambito di un servizio pubblico l’equilibrio economico non possa assumere la stessa determinante rilevanza che assume nella gestione di una impresa privata”.
Nella sua risposta alla interrogazione il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in evidenza come “su tale delicata materia l’Autorità (AGCOM) ha avviato con propria delibera n. 236/13/CONS, un’apposita istruttoria finalizzata a valutare la congruità dei vigenti criteri di distribuzione dei punti di accesso. Tale istruttoria si è conclusa con l’adozione di una ulteriore delibera n. 342/14/CONS, da parte dell’Autorità medesima con la quale la stessa ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali di cui all’art. 2 del decreto del 7 ottobre 2008, attraverso l’introduzione di specifiche previsioni di garanzia a tutela degli utenti residenti nelle zone remote del Paese, qualificando come tali, da un lato, i Comuni rurali che rientrano anche nella categoria di Comuni totalmente montani, dall’altro, le isole minori”.
In particolare il Ministero ha comunicato che, rispetto alla previsione di chiusura di 89 uffici postali in Calabria ne sono stati chiusi 39 e che, nei casi specifici degli uffici postali da me segnalati nella interrogazione (San Pietro in Guarano, Aprigliano e Rocca Imperiale) essi rientrano pienamente nella categoria delle zone remote, in quanto Comuni rurali e totalmente montani (secondo l’elenco di Comuni italiani pubblicato dall’ISTAT a giugno 2013) e in quanto tali sono ora tutelati dal divieto di chiusura nei limiti di quanto previsto dall’art. 2 della suddetta delibera” dell’AGCOM.
IL PDF DELLA INTERROGAZIONE DELLA RISPOSTA DEL MINISTERO E DELLE DELIBERE AGCOM (Clicca per visualizzare)
ATTO CAMERA Interrogazione 5 03579
Risposta Ministero dello Sviluppo Economico Interrogazione Poste Italiane
AGCOM Delibera 236-13-CONS
AGCOM Delibera 342-14-CONS
RASSEGNA STAMPA
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