Intervento in Direzione Nazionale
Ho chiesto di parlare, Matteo, per denunciare una difficile condizione: essere calabrese, meridionale e minoranza. Una minoranza che, però, non cede alle sirene del massimalismo.
Io non sono d’accordo con il modo frontale con il quale aggredisci il sindacato ma penso allo stesso modo che il sindacato dovrebbe di più difendere le vertenze e fare meno politica.
Anche perché se la nuova destra è un rischio soprattutto al Nord, nel Sud il rischio è la disperazione.
Io penso che noi, , anche quelli che non ci definiamo “renziani”, dobbiamo condividere alcune scelte e contrastarne altre, ma sempre con la barra del riformismo.
Sono tra quelli che convintamente ha voluto che tu facessi il Presidente del Consiglio e convintamente spero che tu ce la faccia e che noi ce la facciamo perché vorrei che ce la facesse l’Italia.
Perché se non ce la fa l’Italia il risultato sarà non l’astensionismo ma il disastro economico e sociale.
In Calabria abbiamo vinto perché tutti hanno remato positivamente, ma anche qui io ritengo che il sindacato dovrebbe più difendere le vertenze che fare politica.
Dobbiamo proseguire nella riforma costituzionale perché, lo ricordo, questo è un governo di larghe intese e questa legislatura ha assunto un carattere costituente.
Ma la riforma dobbiamo farla bene, presto ma bene. Prima della legge elettorale perché non dobbiamo andare a votare con il Senato e dove l’unica scelta per me dirimente, è dare la possibilità di scelta agli elettori.
Ma il vero tema è la capacità di mettere in campo delle iniziative che portino effettivamente alla crescita e allo sviluppo.
C’è il piano della crescita digitale che è un documento straordinario: attuiamolo anche con delle specifiche iniziative legislative del Governo o del Parlamento.
In ultimo attuiamo subito la riforma degli ammortizzatori sociali.
Io non credo che il problema sia mettere 500mila o un milione di euro in più nella legge di stabilità: in Italia si spendono 23 miliardi per gli ammortizzatori sociali in maniera iniqua !
Bisogna rimettere in pista una possibilità di politiche attive del lavoro ma anche di un sostegno al reddito che sia finalmente universale.
io credo che se noi facciamo rapidamente e bene anche queste due ultime riforme l’Italia ce la può fare e il Partito Democratico, come ha detto Speranza, essendo l’unico partito non antisistema può essere veramente il “partito della nazione” nel senso cioè che l’Italia e la nazione possono riconoscesri in noi.
La mia intervista per Il Riformista sulle sfide del nuovo PD: battersi per una giustizia giusta
Il nuovo PD si batta anche per il diritto alla giustizia giusta.