E’ diventata rituale la considerazione che i Fondi europei nel Mezzogiorno e in Calabria non siano stati spesi per colpa di classi dirigenti inefficienti e inette.
Ma se certamente la classe politica, soprattutto in questi ultimi anni, non è da assolvere, dobbiamo tenere presente soprattutto un dato: i fondi europei nel Mezzogiorno hanno ormai finito per sostituire i trasferimenti ordinari e quindi hanno perso la loro effettiva capacità di incidere sulle politiche di sviluppo.
Dal 2008 al 2013, infatti, gli investimenti pubblici sono calati in tutto il paese e ancor di più in Calabria.
I fondi europei non possono creare innovazione se vengono usati come risorse sostitutive.
E invece la sfida è usare i fondi europei per diventare primi.
Ne abbiamo le chance: la vicenda sulla banda ultra larga ne è l’esempio!
Mentre nelle altre regioni d’Italia non ci saranno investimenti in BUL nei piccoli comuni, in Calabria sarà così in 405 comuni su 409.
Il problema sarà, invece, far incontrate domanda ed offerta nell’innovazione e a questo che deve servire Europa creativa!
Perché la produzione culturale in Calabria dovrà rivolgersi soprattutto all’innovazione ed alla sharing economy per ciò che riguarda lo sviluppo locale.
Ci sono esperienze straordinarie in Calabria: le start up innovative create a Cosenza come #viaggiart o le manifestazioni culturali dei giovani (la Guarimba di Amantea, l’esperienza di Cleto o di Catanzaro, ecc.).
Con Europa creativa dobbiamo dare ai giovani una speranza: fare in modo che la loro creatività diventi l’occasione del loro lavoro, il loro mestiere. Dobbiamo metterli in grado di guadagnare facendo ciò che a loro più piace.
Oggi in Calabria tutto ciò è possibile più che in ogni altra parte d’Italia !
Intervista su LaCnews sul femminismo di facciata del PD calabrese
La mia analisi sull’approccio del PD calabrese verso le donne. LaCnews24