Convegno su cyberbullismo ed educazione alla rete a Roma presso Senato della Repubblica
Con la diffusione della rete la questione della privacy riferita ai minori è diventata centrale. Intanto bisogna dire che la rete rappresenta, a tutti gli effetti, la rivoluzione industriale del nostro tempo. L’ampliamento delle capacità produttive e di conoscenza che la rete permette è straordinaria.
Non bisogna essere luddisti ma l’uomo non deve perdere il controllo sulla macchina: io credo che qui stia l’essenza del problema dell’educazione digitale.
Attraverso i social network il ragazzo costruisce la propria identità digitale che diventa parallela o addirittura fa da schermo alla propria quotidianità. Il problema del bullismo giovanile sulla rete amplifica la sua pericolosità. Sapendo che il tema della cybersecurity si allarga a tutti, non solo i giovani ed è diventata un problema persino per gli Stati.
Non esiste più il 100% di sicurezza o il 100% di privacy. Io credo invece che si possano avere entrambi. Siamo ancora ai primi passi di questi nuovi diritti e doveri.
Alla Camera, sul decreto contro il terrorismo c’era un emendamento, non presentato in malafede certo, ma che permetteva una intrusione all’interno dei PC molto discutibile.
Tuttavia il problema di mettere in equilibrio le straordinarie potenzialità offerte dalla rete garantendo al contempo la sicurezza, è tutto aperto e il Parlamento non potrà non affrontarlo tenendo conto di entrambe le facce della medaglia.
Quando i soggetti in questione sono i minori, ed io in Calabria me ne sono occupata specialmente in relazione ai minori migranti anche grazie alle indicazioni dell’On. Intrieri, le cose si complicano. Abbiamo il dovere di affrontarle.
Il riconoscimento giuridico del reato di cyberbullismo non è il vero tema. Il vero tema è quali aggravanti si possono riconoscere e come si può fare prevenzione.
Proprio per affermare la centralità dell’educazione digitale siamo pronti a dare battaglia con gli emendamenti nella discussione sulla Buona Scuola.
L’educazione alla rete, così come l’educazione di genere, devono diventare la nuova educazione civica nelle scuole.
L’educazione alla rete non è solo capacità di riconoscere il pericolo ma anche capacità di indirizzare le potenzialità che la rete offre per accrescere i valori della propria identità.
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