Oggi la Camera ha approvato il nuovo testo unificato sulla cittadinanza, che combina lo ius sanguinis e lo ius soli e supera le finora eccessivamente rigide regole italiane sull’acquisto della cittadinanza.
Una legge che fissa regole e riconosce diritti e che ci pone in linea con i paesi più avanzati del mondo.
Particolarmente importante è il riconoscimento del cosiddetto ius culturae, che consente l’acquisto della cittadinanza in seguito alla frequenza delle scuole italiane.
Grazie a questa legge, infatti, saranno cittadini italiani i nati in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti a tempo indeterminato e i minori stranieri nati o arrivati in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età che abbiano frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici nel territorio nazionale.
Con questa legge si potrà quindi riconoscere la piena integrazione di chi nasce, cresce o è istruito nel nostro Paese, come avviene in tutte le democrazie avanzate.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, conservo seri dubbi sul parametro del riconoscimento della cittadinanza legato al reddito della famiglia, una norma che trovo fortemente discriminatoria, ma confido che in sede di approvazione definitiva della legge possano essere apportate le necessarie modifiche.
Ciò che invece è inaccettabile è la bagarre che la Lega e altri settori della destra stanno inscenando in queste ore, l’ennesima dimostrazione della demagogia fine a se stessa di chi preferisce agitare pericolosamente gli spettri del razzismo piuttosto che misurarsi nel merito di questioni che possono solo essere governate e non esorcizzate.
RASSEGNA STAMPA
9 Colonne del 13 ottobre 2015
Dire e Dires del 13 ottobre 2015