A Cosenza ripristinare legalità e buona amministrazione

Camera dei deputati
Interrogazione dei deputati del PD sulla vicenda del Comune di Cosenza

MAGORNO, AIELLO, BRUNO BOSSIO e COVELLO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.
PREMESSO CHE:
l’8 febbraio 2016 diciassette consiglieri comunali si sono formalmente dimessi determinando, conseguentemente, lo scioglimento del consiglio comunale e la decadenza del sindaco della città di Cosenza;
lo scioglimento del consiglio comunale è la risultante del fallimento politico-amministrativo della maggioranza consiliare, insediatasi in seguito alle elezioni amministrative svoltesi nell’anno 2011;
si perviene alla fine anticipata della consiliatura perché si registra la convergenza tra tutte le forze di minoranza ed un segmento della ex-maggioranza consiliare anche e soprattutto al fine di esercitare un’azione interruttiva dell’attività amministrativa che già da tempo ha fatto registrare una molteplicità di casi di illegalità che puntualmente sono stati segnalati attraverso la stampa e numerose interpellanze da parte dei consiglieri comunali;
sono state numerose le interrogazioni a firma dei consiglieri comunali rimaste senza risposta che richiedevano chiarimenti sul continuo ricorso da parte dell’amministrazione all’istituto dell’affidamento diretto per cottimi fiduciari o lavori pubblici di somma urgenza;
la pratica usuale dell’affidamento diretto pare configurarsi, ad avviso degli interroganti, come un vero e proprio artificio per aggirare l’obbligo della procedura concorsuale e favorire poche imprese fornitrici divenute beneficiarie dell’assegnazione di ingenti quote di risorse finanziarie pubbliche;
in particolare risulterebbe che alcune di queste imprese registrino tra i soci proprietari persone notoriamente vicine al sindaco, parenti di qualche suo stretto collaboratore e anche di soggetti legati alla criminalità;
da quanto si evince dalla stampa sarebbe divenuta usuale la pratica di impropri affidamenti diretti per lavori e consulenze;
da tempo si susseguono notizie riportate dagli organi di stampa relative ad inchieste ed indagini in corso da parte di diversi uffici degli organi investigativi, riferite a pratiche amministrative irregolari, illegali e dai profili corruttivi;
a ridosso della scadenza del mandato e della imminente campagna elettorale sembra che questa pratica si sia fortemente intensificata con affidamenti e pagamenti senza alcun controllo che hanno determinato un intervento della guardia di finanza come, ad esempio, nel caso della assegnazione di quasi un milione di euro per allestimento di luminarie nelle vie cittadine;
risulta ingente la mole dei debiti fuori bilancio contratti durante questa consiliatura e sui quali il collegio dei revisori dei conti ha formulato pesanti osservazioni perché conseguenti a pratiche amministrative effettuate che appaiono in contrasto con i principi del legislatore e della Corte dei conti;
il ragioniere generale dello Stato ha trasmesso una relazione sulla verifica amministrativo/contabile effettuata dai servizi ispettivi di finanza pubblica sull’attività dell’azienda AMACO spa, partecipata al 100 per cento dal comune di Cosenza, all’Autorità nazionale anticorruzione – ANAC ed alla procura regionale della Corte dei conti per evidenti irregolarità ed illegittimità riscontrate ai fini dell’accertamento di eventuali responsabilità per danno erariale;
in particolare, sarebbero stati accertati gravi irregolarità per gli atti non conformi alla legge che di seguito vengono specificati:
a) in aperta violazione del decreto legislativo n. 422 del 1997 e della legge regionale n. 23 del 1999 l’Amaco ha arbitrariamente attivato servizi di collegamento in forma abusiva «senza la prescritta autorizzazione e senza avere preventivamente stipulato alcun contratto di servizio»;
b) il presidente del consiglio di amministrazione di AMACO si è attribuito il proprio compenso in aperta violazione dell’articolo 6 del decreto-legge n. 78 del 31 ottobre 2010 convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
è notorio che il presidente di AMACO architetto Mario Capalbo è stato collaboratore dell’architetto Mario Occhiuto sindaco di Cosenza;
c) nonostante il bilancio AMACO del 2013 abbia chiuso con una perdita netta di circa euro 50.000, il presidente del consiglio di amministrazione architetto Mario Capalbo, ha percepito un’indennità di risultato di euro 20.000 in aperta violazione dell’articolo 1, comma 725, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che prevede la possibilità che tale indennità venga riconosciuta solo nel caso in cui la società produca utile;
d) l’Amaco ha effettuato, in violazione della normativa vigente, gli acquisti di beni e servizi necessari per la sua attività senza alcuna procedura concorrenziale, quindi, con affidamento diretto, omettendo pure di pubblicare sul proprio sito gli esiti degli affidamenti, come stabilito per gli acquisti sotto soglia, dall’articolo 238 del decreto-legge n. 163 del 2006 –:
PER SAPERE
quali iniziative il Governo, per quanto di competenza, intenda assumere, ancor più dopo lo scioglimento del Consiglio comunale e della conseguente nomina del commissario prefettizio, per ripristinare la legalità, il principio di trasparenza e di buona amministrazione nel Comune di Cosenza. (5-08214)

Firmato:
Magorno, Aiello, Bruno Bossio e Covello

IL TESTO DELLA INTERROGAZIONE
ATTO CAMERA 5 08214

RASSEGNA STAMPA
Ansa del 9 febbraio 2016
Il Velino del 9 febbraio 2016

Il Garantista del 10 febbraio 2016
La Provincia del 10 febbraio 2016

Aska News del 24 marzo 2016

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