Di Carmine Fotia su www.unita.tv
Il presidente Roberto Di Bella spiega perché il tribunale di Reggio Calabria sottrae minori alle famiglie della ‘ndrangheta
Se immaginate un uomo aggressivo, irruento: una toga d’assalto, insomma, cambiate idea. Tuttavia, Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, uomo timido, dall’aspetto mite e schivo, ha lanciato alla ‘ndrangheta la sfida più rischiosa. Qui non parliamo di anni di galera (non sei un buon mafioso se non l’hai messa nel conto e il carcere accresce il peso criminale); non parliamo neppure di soldi (quelli sì sono importanti, ma per quanti beni ti possano sequestrare te ne resteranno sempre tanti). Stiamo parlando dei figli, cui trasmettere l’eredità: il bastone del comando criminale ai maschi, la custodia del segreto e dell’obbligo della vendetta alle femmine. Parliamo di minori che succhiano la cultura mafiosa con il latte materno, ragazzi che sputano in terra al passaggio di una volante dei carabinieri, che si fanno tatuare sulla pianta del piede la figura del carabiniere, in modo da poterla calpestare costantemente. Continua a leggere
Alla presentazione del libro “L’inganno. Antimafia, Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano
A Napoli nell’atmosfera del Teatro San Carlo, Alessandro Barbano parla del suo