(Dalle Agenzie) – “L’inferno della speranza. Riflessioni sull’ergastolo ostativo”. E’ stato questo il tema su cui si è dibattuto in un convegno svoltosi ieri presso la Casa di Reclusione di Opera a Milano, organizzato dalla Camera Penale “Gian Domenico Pisapia”, dal Ministero della Giustizia e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia. Al convegno, che ha riunito intorno allo stesso tavolo magistrati, giuristi, accademici e rappresentanti istituzionali, ha partecipato l’on. Enza Bruno Bossio.
Nel suo intervento la deputata calabrese ha illustrato il disegno di legge di cui è prima firmataria, sottoscritto da numerosi parlamentari del Partito Democratico, Partito Socialista e Sinistra Ecologia e Libertà, che propone la modifica dell’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario. E’ stato innanzitutto sottolineato il carattere incostituzionale dell’ergastolo ostativo.
Il dibattito ha preso spunto dalla proposta di un gruppo di detenuti di Opera che individua le condotte riparatorie tese a superare la ostatività. I condannati all’ergastolo definito ostativo, in base alla normativa vigente, non possono accedere alle misure di rieducazione e di reinserimento nella società. Papa Francesco ha definito l’ergastolo ostativo una forma di “pena di morte occulta”.
“L’ergastolo ostativo – ha affermato l’on. Bruno Bossio – è una pena inflitta al 70 % degli ergastolani ai quali, dopo lunghissimi anni di detenzione e dopo la perdita di ogni contatto con il contesto criminale, è precluso l’accesso a quei benefici minimi che l’ordinamento penitenziario concede, semplicemente perché non collaboranti in processi che magari si sono già chiusi da anni. Si tratta di una realtà di dolore resa ancora più drammatica dalle criticità del sistema carcerario italiano di cui la Casa di Opera è un’eccezione positiva”.
“La proposta di legge – ha proseguito la deputata democrat – affida al giudizio della magistratura di sorveglianza la valutazione della sussistenza dei requisiti che consentono l’accesso ai benefici. Ovviamente è la magistratura competente che è chiamata ad assumersi la responsabilità di riconoscere al detenuto i requisiti che escludono l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica, eversiva e l’assenza della pericolosità sociale e consentire, così, l’accesso alle misure di rieducazione e reinserimento nella società”.
“Con questo disegno di legge – ha evidenziato la parlamentare PD – non si propone nessuno ‘sconto di pena’ per i mafiosi irriducibili, né la liberazione di ‘migliaia di pericolosi criminali’, come vanno affermando in maniera strumentale e distorcente i colleghi Giarruso e Sarti del M5S. Se approvata, questa norma consentirà, sempre previa rigorosa valutazione della magistratura di sorveglianza, la possibilità di accesso al lavoro esterno, ai permessi premio e alle misure alternative alla detenzione”.
“Insomma – ha detto ancora Bruno Bossio – si tratta solo di rendere la pena dell’ergastolo più compatibile con gli standards richiesti dalla nostra Carta Costituzionale e dall’Unione Europea anche al fine che, dopo un lungo periodo di detenzione, possano prevalere le esigenze umanitarie. Ritengo assai grave che da una parte si cristallizzi per sempre una pena perpetua per persone che oggi sono altra cosa rispetto al tempo del compimento del crimine e dall’altra invece possa considerarsi fatto ordinario la scarcerazione per decorrenza dei termini”.
Nel citare Aldo Moro ‘la pena non è passionale e smodata vendetta privata ma risposta calibrata dell’ordinamento giuridico’ l’on. Enza Bruno Bossio, rivolgendosi ai detenuti presenti all’incontro, ha concluso: “e come immaginava Marco Pannella (molto evocato in questo convegno) mi auguro che la vostra speranza diventi anche la nostra speranza”.
RASSEGNA STAMPA
Dire del 17 giugno 2016
Dires del 17 giugno 2016
Italpress del 17 giugno 2016
9 Colonne del 17 giugno 2016
Il Velino del 17 giugno 2016
Public Policy del 17 giugno 2016
Intervista a Radio radicale
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