Quest'anno per la prima volta si è superata la cifra dei 60 milioni di persone in fuga dal loro Paese. Il pensiero va in particolare a quel milione che ha attraversato il Mediterraneo e a quelle migliaia che nel Mediterraneo hanno trovato una tomba.
La guerra e le persecuzioni costringono persone come noi a lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno e rischiare la propria vita e quella della propria famiglia guidati solo dalla speranza. La speranza che il loro destino non sia davvero solo quello, che il mondo debba offrire loro un'altra possibilità. Un'occasione. Ed in un momento in cui l'intolleranza guida molte delle decisioni, mi sento di ringraziare coloro i quali con responsabilità e spirito altruista accolgono i profughi.
Quella stessa responsabilità e quello stesso altruismo che hanno guidato i padri fondatori dell'Europa nell'immaginare la libera circolazione delle persone di Schengen, modello che da economico dovrebbe diventare umanitario. Contro quel modello oramai superato ed inefficace che è il principio per cui la richiesta d'asilo debba essere fatta nel primo paese cui si mete piede, contenuto nel regolamento Dublino III.
L'Europa non è stata costruita sui muri, l'Europa è fatta di maggiore condivisione, di responsabilità.
Festival del Leggere e scrivere
Oggi alle 12 al Festival del Leggere e scrivere a Vibo Valentia