Da quando è stato eletto sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, piuttosto che pensare alla nomina della sua giunta, cerca di impedire il dispiegamento dell’azione di altre istituzioni che invece hanno fatto della trasparenza e del rispetto delle regole il fondamento della loro iniziativa politica.
Lo stesso non si può dire della sua azione se è vero (com’è vero) che ha assegnato appalti senza gara, frazionando le singole attività, ha scaricato sulle casse comunali i suoi debiti, ha nominato un vice-presidente della provincia quando era già decaduto da sindaco, si è rimesso a fare il presidente della provincia senza aspettare nuove elezioni.
Per quel che riguarda la Metrotranvia preferisce non entrare nel merito del danno che secondo lui produrrebbe alla città: e come potrebbe contestare il merito?
La Comunità Europea finanzia solo progetti ecosostenibili e in grado di ridurre emissioni di Co2! Quindi si limita a contestare (e diffidare) burocraticamente la mancata sottoscrizione di un accordo di programma che altro non sarebbe, se lui fosse animato da onestà intellettuale, la possibilità (sollecitata più volte da presidente Oliverio) di capire se ci sono ulteriori osservazioni da parte degli enti locali nella direzione della concreta realizzazione dell’opera.
La posizione di Occhiuto quindi può solo ritardarne la realizzazione con danni irreparabili per la finanza pubblica, secondo un modello da prima repubblica quando si dilapidavano i soldi senza realizzare le opere.
Alla presentazione del libro “L’inganno. Antimafia, Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano
A Napoli nell’atmosfera del Teatro San Carlo, Alessandro Barbano parla del suo