Articolo di Sergio Fabbrini su “Il Sole 24 ore.com”
Cosa hanno in comune il referendum britannico (che ha deciso la Brexit) e quello italiano (che dovrà decidere sulla riforma costituzionale)? Innanzitutto che nessun paese è immune dal populismo e, in secondo luogo, che il referendum può diventare l’occasione per un regolamento dei conti all’interno delle élite politiche. Per il Regno Unito, si è trattato di una novità.
Quel paese, infatti, è stato tradizionalmente ben governato, grazie alle sue buone istituzioni ma anche alla cultura pragmatica delle sue élite politiche. Eppure, di quel pragmatismo, se ne è visto ben poco durante il referendum del 23 giugno. I promotori della Brexit hanno condotto una campagna emotiva e dai toni drammatici. Per loro in gioco c’era addirittura l’indipendenza del paese. Continua a leggere
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