Oggi è stata una bella giornata democratica dal cuore del Sud, da una delle terre più belle del mondo, la Calabria. Perché la vera bellezza è quella di un popolo che non si rassegna alla barbarie della violenza e della prepotenza.
Oggi, insieme al presidente Oliverio, siamo riusciti a mandare un forte segnale di riscossa civile e culturale a tutto il Paese contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere.
Perché ciò che è successo a Melito Porto Salvo è l’emblema stesso di due violenze, di due sopraffazioni: quella contro le donne e quella della ndrangheta.
Sono due facce della stessa medaglia, figlie entrambi dell’arrogante convinzione che tutto è dovuto, che tutto è consentito.
Considero, a questo, proposito, assai rilevante che nel pomeriggio la Presidente Rosy Bindi ci abbia voluto impegnare, proprio oggi, come Commissione Antimafia in un’audizione del Prefetto e della Procura di Reggio e del tribunale dei minori, proprio sui fatti di Melito.
Tuttavia c’è da battere anche un’altra terribile e insidiosa violenza, quella che Ida Dominijanni ha definito giustamente “di chi sa” e non ha parlato, di chi ha taciuto per paura, per connivenza, per indifferenza.
Per questo motivo la punizione “di chi fa” pur essendo sacrosanta non è sufficiente. È necessario che tutta la società si senta impegnata per evitare che fatti del genere si ripetano attraverso una vigorosa azione educativa a partire dalle giovani generazioni e dalle scuole.
Per una felice e quasi simbolica coincidenza proprio ieri, in sede di comitato ristretto della Commissione cultura alla Camera, è stata avviata la discussione sul testo di legge che prevede l’introduzione dell’educazione di genere nelle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di un testo che riassume le 12 proposte di legge sul tema, tra cui anche quella che mi vede prima firmataria, e sarà la base per l’approvazione in Commissione e successivamente in Aula.
La manifestazione di oggi, la presenza tra gli altri della Presidente della Camera Laura Boldrini e del Ministro Maria Elena Boschi sia, dunque, l’occasione per chiederne la rapida approvazione.
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