Articolo su www.repubblica.it di Ezio Mauro
Il presidente Usa è il capofila di una nuova cultura su cui si fonda un tentativo di nuovo ordine mondiale. E il pensiero politico liberale si avvia a non essere più maggioritario.
Travolti dall’azione, rischiamo di non vedere la teoria che la guida e il pensiero che la organizza. È l’equivoco politico che circonda i primi passi della presidenza Trump, tutta prassi, decisione, comando, shock, cambiamento. Si potrebbe dire che dalla svolta annunciata nel discorso d’insediamento (“non stiamo semplicemente trasferendo il potere da un’amministrazione all’altra, ma da Washington al popolo”), al muro di confine col Messico, alla restrizione degli ingressi in Usa da sette Paesi musulmani, ce n’è abbastanza per spiegare la ribellione americana che scende in strada e il rifiuto di una politica che stravolge le radici e la natura stessa del Paese: che ha la frontiera nei suoi miti di conquista e l’assimilazione nella sua storia di costruzione perenne di una sola nazione, unendo le colonie originarie, le ondate migratorie successive, le lingue, le disperazioni e le speranze in un’unica entità, ricca delle sue diversità e della capacità di tenerle insieme. Leggi tutto
25 Novembre: No alla violenza sulle donne
Sono circa 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il percorso