Mentre i 5 stelle blaterano di reddito di cittadinanza (per non farlo) oggi il Senato ha approvato definitivamente il reddito di inclusione sociale.
Si tratta di una misura universale di protezione sociale che intende garantire, su tutto il territorio nazionale, un livello minimo di reddito e prestazioni a coloro che si trovano in condizione di povertà “intesa come impossibilità di disporre dell’insieme dei beni e servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso” (Art. 1 DDL Povertà, approvato oggi).
Il Governo e il Parlamento italiano con questa legge oggi hanno dimostrato di voler superare la tradizionale dimensione caritatevole dei vecchi provvedimenti di lotta alla povertà adottando i principi giuridici della universalità e del riconoscimento del diritto all’esistenza dignitosa.
Siamo certamente solo agli inizi, sia per copertura finanziaria, ancora troppo esigua e che negli anni dovrà essere potenziata fino a coprire tutti quei soggetti che si trovano in condizione di povertà assoluta, sia perché questa misura deve necessariamente legarsi ad una profonda riforma del welfare che oggi, in Italia resta ingiusto, costoso e inefficace.
Non più, dunque, assistenza intesa come elemosina ma diritto al reddito per dare a tutti i cittadini la possibilità di vivere in condizioni dignitose e poter così esprimere appieno le proprie capacità e potenzialità individuali e sociali.
RASSEGNA STAMPA
Dire del 9 marzo 2017
Il Velino del 9 marzo 2017
9 Colonne del 9 marzo 2017
Forum Terzo Settore
Il Quotidiano del 10 marzo 2017