Sulla vicenda del CARA di Isola Capo Rizzuto le dichiarazioni rese ieri in Commissione antimafia dal Presidente nazionale delle “Misericordie d’Italia” Roberto Trucchi sono state francamente omissive.
Come ho detto nel mio intervento (di cui allego il video) “Misericordie” nazionale non poteva non sapere.
Infatti, come lo stesso Trucchi ha affermato, Sacco era stato sollevato dal suo incarico di Vicepresidente nazionale nel 2015, perché aveva negato la presenza del cognato nella società di Catering “Quadrifoglio” che aveva vinto la gara del gestore (cioè lui stesso) del CARA.
Tutto ciò, tuttavia, non ha impedito a “Misericordie” di partecipare al nuovo bando del 2016 per l’affidamento del CARA di Isola Capo Rizzuto, riconfermando per la mensa la stessa “Quadrifoglio” come l’inchiesta “Jonny” ha dimostrato.
Insomma, nonostante i numerosi “campanelli di allarme” su quanto accadeva nel CARA di Isola Capo Rizzuto si è deciso di continuare ad affidare sempre agli stessi soggetti la gestione del Centro.
Tutto ciò, a mio parere è grave al di là della stessa rilevanza mafiosa del caso.
La gestione di numeri così alti di immigrati, la distribuzione dei pasti e dello stesso “pocket money” è avvenuta all’interno di un quadro di palesi illegalità in cui speculazione, sopraffazione e sfruttamento erano evidenti tranne per chi girava la testa da un’altra parte.
Ecco perché insisto nella domanda: chi e in che modo gestiva, e chi e in che modo gestisce oggi gli accessi al CARA di Isola Capo Rizzuto ?
Credo che dare finalmente una risposta sia non solo necessario ma doveroso per uscire da una vicenda che ha finito per contraddire drammaticamente le nobili finalità e lo stesso nome di una storica associazione come è certamente “Le Misericordie”.
RASSEGNA STAMPA
Dire.it
Ansa del 28 giugno 2017
Agi del 28 giugno 2017
Wesud.it
Il Dispaccio.it
Gazzetta del Sud del 29 giugno 2017
il Quotidiano del 29 giugno 2017 Prima pagina
Il Quotidiano del 29 giugno 2017
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