I dati Istat relativi all’anno 2016 dimostrano come la povertà in Italia non scende ed anzi si aggrava tra le famiglie con tre e più figli. I poveri assoluti in Italia sono circa 4 milioni e 742mila.
Va sottolineato, tuttavia, che questi dati intervengono quando ancora il reddito di inclusione, varato lo scorso aprile, non è ancora divenuto operativo.
Il quadro che emerge, infatti, se da un lato conferma la giustezza della scelta compiuta dal Governo, ci consegna la drammatica realtà che i fondi previsti, circa 2 miliardi di euro, sono appena sufficienti per cominciare ad aggredire un’emergenza tanto drammatica.
Questo Governo ha avuto il merito di comprendere che senza una misura, individuale e universale, di sostegno al reddito non sarà possibile costruire una ripresa della domanda interna e, con essa, quello sviluppo che il nostro Paese sta perseguendo da tempo.
L’esperienza di altri paesi europei che stanno affrontando la crisi meglio dell’Italia sta lì a dimostrarlo.
Tuttavia, quanto fatto finora, sia pure importante, non è sufficiente e i dati lo evidenziano drammaticamente.
È necessario che sin dalla prossima legge di stabilità si lavori a raddoppiare la copertura finanziaria del reddito di inclusione e, a regime, a portarla ad almeno 8 miliardi di euro all’anno, cifra indicata dallo stesso Ministro del lavoro Poletti per coprire tutta la domanda, compresa quella di povertà relativa.
Altri fondi possono essere trovati attraverso il Fondo Sociale Europeo nelle regioni Obiettivo 1, come ha deciso di fare la Giunta regionale della Calabria per ampliare la platea degli aventi diritto al reddito di inclusione.
Mai come in questo momento, infatti, la lotta alla povertà è la condizione fondamentale della ripresa dell’intero Paese.
RASSEGNA STAMPA
Dire.it
Dire del 13 luglio 2017