Coniugare il dovere dell’accoglienza con la convenienza della solidarietà.

Il libro di Elena Fiore Pisapia “I ragazzi venuti dal mare” è essenzialmente una poesia, viene sviscerata un’emozione ineffabile che è la stessa di cui ci si deve servire per orientarsi sul tema dell’accoglienza.
L’accoglienza non può essere bloccata dalla politica della paura, va affrontata.
Proprio la questione immigrazione oggi ci offre una risposta alla domanda: serve ancora la sinistra ?
Ha senso continuare ad essere e dichiararsi di sinistra?
Perché la prima cosa che dobbiamo capire, come ha detto giustamente Mimmo Lucano, è che l’immigrazione è il frutto velenoso di una ingiustizia insopportabile.
Essere di sinistra dunque significa battersi contro le ingiustizie, stare dalla parte degli ultimi e dei deboli. Significa sentire su di sé, almeno per la piccola parte che tocca all’esistenza di ciascuno, il peso del dolore del mondo.
Non bisogna, quindi, avere paura di dire che non solo l’immigrazione non dev’essere vissuta come una emergenza continua, né si può fermare innalzando muri ma facendo coincidere il dovere dell’accoglienza con la convenienza della solidarietà.
Le esperienze degli Sprar in Calabria, da Riace ad Acquaformosa, grazie anche al grande impulso dato dal Presidente Mario Oliverio, sta a dimostrare che accogliere è diventato un vantaggio economico e sociale per i Comuni che hanno adottato questo modello.
Al modello emergenziale dei CAS e dei CARA, dove l’immigrazione diventa un business per il privato, bisogna contrapporre il modello Sprar come modello di economia sociale dei Comuni che sconfiggono così il processo di spopolamento delle aree interne.
Io credo che questa sia l’unica dimensione che oggi la sinistra possa vivere: trovare la connessione tra politica e umanità. Quella che traspare, del resto, dalle belle pagine del libro di Elena.

RASSEGNA STAMPA

Ansa del 6 maggio 2018

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