In epoca di fake news non dovremmo più sorprenderci, eppure quanto ha riguardato in questi giorni l’ospedale di Reggio Calabria dovrebbe indurre tutti ad una attenta riflessione.
Nella giornata di martedì (e in parte anche oggi, nonostante le smentite certificate dei sanitari) non vi è stata testata giornalistica cartacea o online, social network, telegiornale, trasmissione di approfondimento che non abbia attenzionato il caso della frattura contenuta con cartone.
La reazione emotiva a primo impatto guardando quella foto sbattuta in prima pagina è stata di indignazione.
Eppure con il passare delle ore la vicenda ha assunto invece contorni inquietanti.
Il primario dell’ospedale di Reggio Calabria, insultato nelle sue funzioni, ha fornito subito una dettagliata ricostruzione del caso. Nessuna mancanza di gesso, nessun armadietto chiuso, nessuna chiusura del reparto alle 20.
In base agli elementi forniti dalla struttura ospedaliera il paziente fotografato nel Pronto Soccorso era già (come dichiarato da lui stesso) stato immobilizzato con cartone sul luogo dell’incidente. E che questa immobilizzazione non è stata rimossa per non provocare ulteriori complicazioni e poter effettuare gli accertamenti diagnostici necessari senza interferenze, prima del ricovero.
«Abbiamo gesso e garze a volontà» così dichiara al sole 24 ore (testata giornalistica che subito ha smontato la bufala) il direttore generale del Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” Frank Benedetto, spiegando che l’unità operativa complessa di Ortopedia è operativa 24 ore su 24, con 30 posti letto di ricovero e 2 unità reperibili per le urgenze nelle ore notturne.
I codici rossi e gialli hanno accesso immediato alla sala di emergenza del Pronto Soccorso, mentre i tempi medi di attesa al TRIAGE sono per i codici verde 39 min. e per i codici bianchi 48 min., ampiamente al di sotto dei parametri definiti dal Ministero della Salute” che indica una attesa massima per i codici verdi di 60 min. e per i codici bianchi di 120-240 min..
Un reparto modello, un ospedale modello, Che hanno gesso e garza a volontà, anche se come dichiara sempre il direttore generale «le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessità ortopediche afferenti alla provincia di Reggio Calabria».
Il sole 24 ore ha dunque meritoriamente smontato questa bufala ma quanto danno è stato fatto e continua ad essere fatto ai professionisti e al personale tutto di quella struttura sanitaria, quanto danno è stato inferto per l’ennesima volta all’immagine della Calabria e ai calabresi in un periodo dell’anno importante per il turismo.
Ma soprattutto chi può riparare al veleno ulteriore introdotto nella convivenza civile sul territorio e nel paese.
Nessuno vuole nascondere i problemi e le carenze della sanità nel Sud e in particolare in Calabria
Più volte abbiamo denunciato la scellerata gestione commissariale che ha aumentato i costi e abbassato i livelli essenziali di assistenza.
Ma proprio per gravità della situazione questa non può essere affrontata con bufale mediatiche che colpiscono bravissimi medici, straordinari professionisti e fanno aumentare tra i cittadini la sfiducia verso le istituzioni
C’è forse un disegno dietro quella fotografia? C’è l’utilizzo di una arma di distrazione di massa?
Ieri pomeriggio il ministro della disoccupazione Luigi di Maio, mentre era in aula, invece di rispondere alle diverse sollecitazioni delle opposizioni sulle modifiche al decreto indegnità, postava su FB la foto della bufala del cartone di Reggio Calabria.
E guarda caso quella foto, è stata messa in circolo, anche con relativo commento, da qualche noto attivista calabrese sostenitore del Movimento 5 Stelle.
Sollevo quindi alla Presidenza un tema di legittima difesa collettiva dalle fake news.
E’ inquietante l’’idea che ciò che è virale è vero. Fa parte di una cultura estranea alla democrazia quella stessa che arriva a sostenere l’ inutilità del Parlamento. E’ proprio per queste ragioni che ho voluto sollevare il caso in aula perché non ci sarà cartone che potrà contenere la frattura della democrazia.
Nella giornata di martedì (e in parte anche oggi, nonostante le smentite certificate dei sanitari) non vi è stata testata giornalistica cartacea o online, social network, telegiornale, trasmissione di approfondimento che non abbia attenzionato il caso della frattura contenuta con cartone.
La reazione emotiva a primo impatto guardando quella foto sbattuta in prima pagina è stata di indignazione.
Eppure con il passare delle ore la vicenda ha assunto invece contorni inquietanti.
Il primario dell’ospedale di Reggio Calabria, insultato nelle sue funzioni, ha fornito subito una dettagliata ricostruzione del caso. Nessuna mancanza di gesso, nessun armadietto chiuso, nessuna chiusura del reparto alle 20.
In base agli elementi forniti dalla struttura ospedaliera il paziente fotografato nel Pronto Soccorso era già (come dichiarato da lui stesso) stato immobilizzato con cartone sul luogo dell’incidente. E che questa immobilizzazione non è stata rimossa per non provocare ulteriori complicazioni e poter effettuare gli accertamenti diagnostici necessari senza interferenze, prima del ricovero.
«Abbiamo gesso e garze a volontà» così dichiara al sole 24 ore (testata giornalistica che subito ha smontato la bufala) il direttore generale del Grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” Frank Benedetto, spiegando che l’unità operativa complessa di Ortopedia è operativa 24 ore su 24, con 30 posti letto di ricovero e 2 unità reperibili per le urgenze nelle ore notturne.
I codici rossi e gialli hanno accesso immediato alla sala di emergenza del Pronto Soccorso, mentre i tempi medi di attesa al TRIAGE sono per i codici verde 39 min. e per i codici bianchi 48 min., ampiamente al di sotto dei parametri definiti dal Ministero della Salute” che indica una attesa massima per i codici verdi di 60 min. e per i codici bianchi di 120-240 min..
Un reparto modello, un ospedale modello, Che hanno gesso e garza a volontà, anche se come dichiara sempre il direttore generale «le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessità ortopediche afferenti alla provincia di Reggio Calabria».
Il sole 24 ore ha dunque meritoriamente smontato questa bufala ma quanto danno è stato fatto e continua ad essere fatto ai professionisti e al personale tutto di quella struttura sanitaria, quanto danno è stato inferto per l’ennesima volta all’immagine della Calabria e ai calabresi in un periodo dell’anno importante per il turismo.
Ma soprattutto chi può riparare al veleno ulteriore introdotto nella convivenza civile sul territorio e nel paese.
Nessuno vuole nascondere i problemi e le carenze della sanità nel Sud e in particolare in Calabria
Più volte abbiamo denunciato la scellerata gestione commissariale che ha aumentato i costi e abbassato i livelli essenziali di assistenza.
Ma proprio per gravità della situazione questa non può essere affrontata con bufale mediatiche che colpiscono bravissimi medici, straordinari professionisti e fanno aumentare tra i cittadini la sfiducia verso le istituzioni
C’è forse un disegno dietro quella fotografia? C’è l’utilizzo di una arma di distrazione di massa?
Ieri pomeriggio il ministro della disoccupazione Luigi di Maio, mentre era in aula, invece di rispondere alle diverse sollecitazioni delle opposizioni sulle modifiche al decreto indegnità, postava su FB la foto della bufala del cartone di Reggio Calabria.
E guarda caso quella foto, è stata messa in circolo, anche con relativo commento, da qualche noto attivista calabrese sostenitore del Movimento 5 Stelle.
Sollevo quindi alla Presidenza un tema di legittima difesa collettiva dalle fake news.
E’ inquietante l’’idea che ciò che è virale è vero. Fa parte di una cultura estranea alla democrazia quella stessa che arriva a sostenere l’ inutilità del Parlamento. E’ proprio per queste ragioni che ho voluto sollevare il caso in aula perché non ci sarà cartone che potrà contenere la frattura della democrazia.
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