La vicenda della stampa delle card per l’erogazione del reddito di cittadinanza si arricchisce di nuovi, da un lato preoccupanti, dall’altro esilaranti,particolari. In ogni caso, pero’, cio’ che emerge e’ la figura di un vicepresidente del Consiglio ‘Pinocchio’ o, comunque, che non sa distinguere tra un annuncio propagandistico e una norma di legge.
“Ma entriamo nel merito alla interrogazione del Pd il ministero dello Sviluppo economico risponde rivelando alcuni aspetti importanti sul presunto affidamento a Poste della stampa delle tessere: il primo, è che il ‘presupposto giuridico’ dell’incarico a Poste scaturirebbe dall”estensione del Contratto gia’ in essere tra la medesima societa’ e il ministero dell’Economia e delle Finanze’.
Ma se il contratto in essere e’ del Mef, a che titolo Di Maio ordina al suo staff di effettuare valutazioni e operazioni? Il secondo aspetto,contenuto sempre nella risposta all’interrogazione, rende ancora piu’ ridicola tutta la vicenda. Il ministero dello Sviluppo economico scrive di ‘aver dato mandato agli uffici di effettuare le opportune verifiche, al fine di individuare lo strumento giuridico piu’ idoneo per estendere il contratto vigente alla stampa delle card.
Quindi, altro che le tessere sono state gia’ mandate in stampa, con queste parole Di Maio tenta la carriera di comico. Ammette, infatti, che lui e il suo staff sono ancora alla ricerca dello ‘strumento giuridico idoneo’. Ricordiamo che a questo si aggiunge che sul reddito di cittadinanza nulla e’ stato approvato dal Parlamento. Non c’e’ il collegato alla manovra, non una legge, nessun decreto. Nulla di nulla. Come del resto ci ha gia’ abituato il Governo del Cambiamento in peggio M5s-Lega.
RASSEGNA STAMPA