A differenza di altri gruppi, non abbiamo presentato, né in commissione, né in Aula, alcun emendamento meramente soppressivo: a conferma del nostro atteggiamento costruttivo e disponibile al confronto e, al tempo stesso, a conferma della nostra convinzione che, in un momento di difficoltà delle istituzioni politiche rappresentative, possa essere opportuno tornare a riflettere anche sui c.d. istituti di partecipazione popolare “diretta”.
A condizione però – e questo è il punto sul quale vorrei richiamare la vostra attenzione onorevoli colleghi – che si voglia, in ultima istanza, far meglio funzionare il Parlamento e le istituzioni politiche rappresentative attraverso le quali il popolo, come recita l’art.1 della nostra Costituzione, esercita la propria sovranità.
A condizione cioè che non si intenda indebolire e svalutare il ruolo delle Assemblee parlamentari nel processo di formazione della legge, e prima ancora non si intenda limitare e circoscrivere la portata di alcuni principi fondamentali della nostra democrazia costituzionale, e di ogni democrazia liberale, come ad esempio il divieto di mandato imperativo e la competenza generale e inesauribile dei parlamentari e quindi delle Camere in cui essi esercitano la propria funzione.
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