Poteva forse sopportare Salvini di essere oscurato per mezza giornata dalle lunghe code ai gazebo del Partito democratico? Ovviamente no e infatti, mentre il neosegretario del Pd Nicola Zingaretti si reca a Torino per sostenere la Tav, bloccata dal governo della decrescita infelice, il ministro dell’Interno riprende in mano la mannaia della propaganda per proporre un disegno di legge che cancellerebbe il concetto di modica quantità di possesso di droghe, riportando il Paese ai tempi dei fallimenti della Fini-Giovanardi. Salvini torna a fare il capopopolo e a sventolare la bandiera dell’uomo duro al comando, prendendo a pretesto e strumentalizzando un drammatico caso di cronaca, ignorando le conseguenze di queste scelte. Niente di più sbagliato e irresponsabile per chi – sottolinea – ricopre ruoli di governo così delicati. Se veramente dice di voler togliere gli spacciatori dalla strada, perché non persegue seriamente una politica di legalizzazione delle droghe leggere, come hanno fatto in Canada e in diversi Stati degli USA? Così toglierebbe il business dalle mani delle organizzazioni criminali, renderebbe molto più sicuro il consumo che dice di non voler colpire, produrrebbe ripercussioni positive per le casse dello Stato e combatterebbe il sovraffollamento carcerario.
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