Mi trovo a San Ferdinando e sto assistendo alle imponenti operazioni di sgombero della baraccopoli, con l’animo – però – carico di preoccupazione. Perché, se da una parte si pone fine a una condizione di vita disumana per una moltitudine di persone alcune delle quali qui hanno trovato una morte orribile, dall’altra – di fronte alle ruspe inviate dal ministro Salvini – ho davanti agli occhi centianaia di migranti con le valigie in mano che non sanno dove andare, condannati loro malgrado a diventare invisibili.
La tendopoli allestita è già piena e questi individui, che a causa del decreto Sicurezza sono stati trasformati in irregolari, restano senza dimora, abbandonati a loro stessi. Mi auguro che le rassicurazioni delle Prefettura su una pronta ricollocazione si realizzino nel più breve tempo possibile, ma resta forte la preoccupazione sull’immediato destino di questi esseri umani. “Non siamo pacchi, siamo come voi, uguali a voi. Solo il colore della pelle ci differenzia”, ci ha detto con le lacrime agli occhi un signore che fino a stanotte ha dormito nella baraccopoli e ad ora non ha idea di dove dormire stanotte. Presidierò la situazione, per stare accanto a queste persone e per assicurarmi che la soluzione odierna non si trasformi in un’altra insopportabile ingiustizia.
Rassegna stampa
Eco dello Jonio.com 06/03/2019
Il fatto quotidiano 06/03/2019
Il video testimonianza