Riteniamo ormai maturi i tempi affinche’ il Consiglio regionale della Calabria legiferi sulla doppia preferenza di genere, introducendo un necessario strumento elettivo che garantisca non riserve o quote rosa ma autentiche opportunita’ di eguaglianza di genere. Oggi ho preso parte a Crotone a una conferenza stampa dedicata al tema della doppia preferenza insieme alla consigliera regionale Flora Sculco e a numerose amministratrici del territorio. L’appuntamento dell’11 marzo in assemblea regionale- ha aggiunto- e’ un’occasione e una opportunita’ per segnare un cambio di passo importante nelle politiche che incoraggino la partecipazione delle donne e si aprano a un contributo di idee e di prospettive, finora non rappresentate. Non a caso oggi la Calabria conta solo una consigliera regionale eletta, a testimonianza di una rigidita’ sedimentata e da disarticolare nonostante lunghi processi storici e culturali iniziati con il riconoscimento del diritto di voto, nel 1946, e proseguiti con l’ampia normativa sul riequilibrio di genere nelle istituzioni e nella vita pubblica. Non sfugge, inoltre, il dato giuridico: a spingerci verso una legge elettorale paritaria vi sono ragioni di complessiva coerenza normativa e di rispetto di un principio di eguaglianza formale e sostanziale sancito dalla nostra Carta costituzionale. Perche’ a questo sottende la norma: garantire definitivamente uguali condizioni di partenza per l’effettiva partecipazione delle donne alle cariche elettive. La Calabria deve aprirsi a questa innovazione, che gia’ in buona parte e’ stata realizzata dal presidente Oliverio con la modifica dello Statuto regionale e l’ampia rappresentanza femminile in Giunta regionale. Chi oggi tentenna e mostra resistenze non fa onore alla carica che rappresenta, ne’ coglie il momento storico in cui siamo immersi. Proprio da Crotone, qualche giorno fa, e’ partito dalla Lega un messaggio delirante sulla funzione delle donne, con odiosi riferimenti anche a una sorta di ammissibilita’ del femminicidio. Si ha paura delle donne, ed io invece dico che occorra inciampare sulle donne. Quella che stiamo affrontando, infatti, non e’ una battaglia ideologica ma e’ uno sforzo democratico – che stiamo compiendo affiancate da istituzioni, partiti, associazioni e articolazioni sociali – in nome di una modernita’ culturale e di una sana affermazione di una democrazia compiuta, all’interno della quale le diversita’ trovano un giusto bilanciamento e la prospettiva femminile diventa un fattore qualificante e di arricchimento.
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