I socialisti sono il primo partito in Spagna.
Vince la sinistra, la socialdemocrazia gentile, attenta ai bisogni, moderna e agganciata all’Unione europea. Ha ragione Pedro Sánchez Pérez-Castejón, quando subito dopo lo spoglio ci dice che la sua è stata una vittoria del futuro. Dalla penisola iberica – con gli straordinari risultati del governo Costa in Portagollo – arriva un messaggio forte e chiaro, “rotundo”: l’alternativa ai populisti e ai nostalgici delle dittature non solo è possibile ma è già in atto. Là dove la sinistra esercita la sua funzione storica, di guardiana dei bisogni e non del sistema, di matrice riformista e inclusiva degli esclusi e dei più deboli i buoni frutti non tardano ad arrivare.
Anche per la sinistra italiana e per il Partito Democratico questa deve essere la frontiera perché il 26 maggio la luce dei diritti vinca sul buio dei sovranismi.