Dopo la crisi e il trauma della separazione, la rinascita
Con la ripresa dell’attività parlamentare, grazie a una gestione politica della crisi, il PD ha oggi la forza in Parlamento di indicare gli elementi strategici attraverso i quali imprimere al nuovo Governo un marchio europeista, progressista e di sinistra, insieme alla necessità di riorganizzarsi dopo il trauma di una separazione. Ho colto l’occasione della riunione del gruppo parlamentare con il segretario Zingaretti per discutere di questi elementi strategici che non possono non avere il carattere di un riformismo radicale. Da parlamentare calabrese voglio contribuire a questo compito a partire dalle questioni del Sud, cartina di tornasole dello sviluppo complessivo del Paese.
Gli elementi strategici
1 Mezzogiorno: È necessario investire di più riprendendo le grandi opere infrastrutturali che ancora mancano, in primo luogo la non più eludibile esigenza di realizzare l’alta velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria, per unire i due pezzi del Paese che oggi corrono a due velocità diverse.
Accanto a questo è necessaria una gestione razionale di porti e aeroporti, garantire la sicurezza di strade e ponti e attivare definitivamente le zone economiche speciali istituite e ad oggi non funzionanti,
2 Innovazione: se lo sviluppo economico passa dal digitale non possiamo non partire che dalle nostre conquiste della scorsa legislatura: impresa 4.0,piano BUL, competenze digitali e codice dell’amministrazione digitale non lasciando solo in capo al Movimento 5 Stelle queste tematiche;
3 Immigrazione: non possiamo lasciarci ingabbiare nello stretto perimetro del dibattito pubblico tra “prima gli italiani” e “aprite i porti”: è la gestione della buona accoglienza che può dare la vera svolta nella percezione della sicurezza pubblica e in tal senso vanno rivisti i decreti sicurezza con l’abolizione prioritaria della Bossi-Fini;
4 Antimafia: dal Protocollo “liberi di scegliere” alla modifica del Tuel riguardo lo sciogliemento dei comuni per mafia, sono esempi di proposte che nascono dai territori vessati dalle mafie e che le Istituzioni possono concretizzare per combatterle;
5 Giustizia giusta: solo un processo equo, che non leda mai i diritti delle persone può assicurarla, sì quindi alla difesa sempre delle garanzie personali dell’imputato, sì alla abbreviazione dei processi e non delle prescrizioni, e alla naturale separazione delle carriere tra “l’avvocato dell’accusa” e il giudice terzo.