25 Novembre 2019 non è ancora scomparsa la subordinazione femminile, ma noi donne non siamo più disposte ad accettarla. E chiediamo giustizia per le 94 morte dall’inizio dell’anno e per tutte quelle che soffrono per affermare il proprio diritto di esistere a prescindere dagli uomini. Abbiamo combattuto il patriarcato, abbiamo spezzato retaggi ma non la violenza maschile che s’insinua nelle nostre giornate e vorrebbe soffocare la nostra libertà.Per tutte quelle che hanno perso la vita per colpa di un uomo, per tutte quelle che non hanno la forza di ribellarsi alle prevaricazioni, per i figli rimasti senza una madre, oggi e sempre coltiviamo il sentimento del rispetto dell’altro. Siamo sorelle anche se non ci conosciamo.
La voce del silenzio uniti contro la violenza sulle donne
Il femminicidio esiste da quando lo abbiamo chiamato con il suo nome:
“Qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione di genere”(Devoto-Oli 2009)
Ovvero da quando le donne hanno messo in discussione la società patriarcale, contro la subordinazione di genere che le vede vittime ma insieme combattenti.È una lotta per il potere quella che si consuma sul loro corpo in ogni parte del mondo, il potere di autodeterminarsi, di esistere in quanto donne.
La stessa lotta delle sorelle Mirabal nel 1960, che sono morte per affermare i loro diritti contro la dittatura domenicana.È una guerriglia per la libertà.
Che vinceremo con la forza delle donne e degli uomini che si riconoscono e si accettano nella loro differenza.