La Corte Costituzionale riporta giustizia nel settore degli Ncc, una categoria di lavoratori pesantemente bistrattata e ridotta alla fame dal governo gialloverde con l’approvazione del decreto 14 dicembre 2018, n.135.
Grazie al ricorso della Regione Calabria contro la legge nazionale, i giudici costituzionali hanno definitivamente chiarito una questione di civiltà oltre che di valenza giuridica, ovvero l’illegittimità costituzionale dell’obbligo di rientro in rimessa per gli NCC .
L’obbligo, voluto dalla Lega col sostegno di Toninelli, viene definito “irragionevole” e “sproporzionato”, proprio come l’atteggiamento di alcuni colleghi parlamentari della Commissione Trasporti che, per tutto questo anno, hanno innalzato barricate contro i miei emendamenti che tentavano di raddrizzare questa stortura.
L’intervento della Corte ci permette di superare l’atteggiamento di chiusura nei confronti di una intera categoria, che ha comunque tenuto duro per un anno, lavorando nel pieno rispetto delle irragionevoli norme approvate dal Parlamento, senza perdersi d’animo.
Pronuncia Corte Costituzionale primo passo
Nell’attesa di superare il difficile periodo storico che stiamo vivendo, la pronuncia numero 56 della Corte Costituzionale costituisce un primo, deciso, passo in avanti nella regolazione del settore del trasporto pubblico non di linea che, nel futuro, sarà garantito – nel rispetto dei propri ruoli – su tutto il territorio nazionale da Taxi ed NCC.