E’ in situazioni straordinarie ed emergenziali – come quella che stiamo vivendo – che chi più ha, più deve dare e ciò non solo in una logica di redistribuzione economica ma nel segno di quei valori di solidarietà, ben visibili nella Costituzione e che segnano la nostra storia repubblicana.
Contributo di solidarietà
Ecco perché condivido la decisione del gruppo Pd alla Camera di proporre l’introduzione di un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito come i giovani lavoratori autonomi. Ci sono famiglie che in questi giorni non hanno risorse sufficienti per provvedere all’acquisto nemmeno dei beni di prima necessità: c’è un rischio di indigenza per un ulteriore milione di bambini. Un primo intervento è stato messo in campo dal governo che ha stanziato 400 milioni di euro perché i Comuni possano cominciare a dare risposte.
Ma altri ulteriori interventi dovranno essere previsti nel prossimo decreto come il reddito di emergenza per tutti coloro i quali sono, a causa del coronavirus, senza nessun reddito.
Per questo l’istituzione di un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori ad 80.000 euro, è un intervento coerente con i principi sanciti dalla nostra Costituzione.
Il gettito atteso con tale provvedimento e’ pari ad un miliardo e trecento milioni annui.
Tale strumento, oggi sicuramente necessario, si e’ gia’ fatto ricorso in passato da governi di diverso colore e, alla luce del contesto nel quale siamo immersi, potrebbe prevedere anche delle categorie “esentate” come tutti gli operatori sanitari che stanno già dando il loro prezioso contributo alla causa, attraverso la dedizione e in molti casi eroismo messi in campo nella tutela della salute di tutti noi.