Il vicepresidente della Regione Calabria Spirlì non può continuare ad utilizzare la sua carica istituzionale per diffondere linguaggi d’odio giustificandoli come semplici scherzi, che nulla hanno da spartire con la libertà d’espressione. Anzi, spesso l’hate speech aiuta a nascondere dietro l’ingiustizia discorsiva razzismo, misoginia e omotransfobia.
Le istituzioni devono combattere il linguaggio razzista, misogino e omofobo in ogni sede. E per farlo abbiamo bisogno che tutte le forze politiche, in maniera concorde, perseguono su questa via maestra in maniera chiara e determinata, senza ammiccamenti all’estremismo ma in sostegno delle associazioni e degli attivisti che ogni giorno si battono sul campo per i diritti di ognuno di noi.
Lo dobbiamo a tutti i cittadini, specialmente quelli più esposti, perché minoranza.
Per questo la legge contro l’omotransfobia e misoginia serve e serve subito. Aspettiamo di votarla il 22 ottobre alla Camera per ristabilire, almeno in parte, diritti e civiltà in questo paese.
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